… E usano paroloni, come al solito, tirando in ballo e come sempre, la candidatura a capitale europea della cultura. Sta bene su tutto, come il “cacio sui maccheroni”, anche se guardando lo stato di alcuni luoghi esistenti in città, deputati alla “cultura” (intesa sia come fruizione che produzione) forse sarebbe il caso di dire che la proposta ha lo stesso sapore di un “cappero sulla panna”.
Sì cari lettori, c’è un comitato di interessi, tutti culturali per carità, e sicuramente tutti leciti sia chiaro, che vuole a tutti i costi e sopra ogni cosa dotare Matera di una nuova “struttura multifunzionale, moderna, di livello europeo, in grado di accogliere le diverse forme espressive culturali e sociali e di ‘marcare’ con un segno concreto la candidatura di Matera a capitale europea della cultura per il 2019”. Hanno già proposto (che a Matera significa deciso) il nome. Sarà intitolata, secondo quanto “suggerisce” l’avvocato Raffaello De Ruggieri, al traduttore di testi drammaturgici statunitensi del dopoguerra di origini materane Gerardo Guerrieri.
E’ chiaro che se questi sono gli obiettivi e contenuti diffusi dall’associazione (non ce ne sono mai troppe) “Per un teatro a Matera” congiuntamente al sempre (al) verde circolo “La scaletta”, gli ultimi ostacoli dovrebbero essere facilmente superabili (o aggirabili).
Il presagio sulla realizzazione di una nuova e inutile costosa struttura (e vedremo dopo perché riteniamo che sia tale) lo abbiamo avuto ad inizio 2013, proprio nel corso di una conferenza stampa, che abbiamo seguito e che intitolammo all’epoca “Teatro Comunale“.
Per fortuna, della nostra stessa opinione pare che siano la maggioranza dei componenti della locale Commissione Cultura in seno al consiglio comunale. Persone attente e attentamente preparate a fronteggiare le improvvide sortite di una ristretta cerchia di “decisori”.
L’ultima riunione di questa commissione risale allo scorso 10 febbraio. La seduta secondo quanto ci ha riferito il consigliere PD Angelo Cotugno “ha visto anche la partecipazione dell’assessore alla Cultura Alberto Giordano e dell’assessore al Patrimonio Giovanni Scarola”.
La commissione, ha infatti ritenuto indispensabile procedere ad una formale valutazione, (dopo il dibattito aperto sui media), sulla opportunità per Matera di progettare per nuovo teatro o riqualificare gli spazi esistenti.
“Questa valutazione” prosegue Cotugno “si è resa ulteriormente necessarie dopo che la Giunta Comunale ha deliberato il piano annuale delle opere pubbliche nel quale è previsto un impegno di spesa di oltre 7 milioni di euro per interventi sui contenitori culturali e soprattutto per dare corpo al progetto di candidatura a capitale europea della cultura”.
Fermiamo qui le nostre “opinioni” per riportare integralmente il comunicato, cui aderiamo in maniera integrale.
La ricognizione sul patrimonio e la discussione in commissione ha riconfermato la volontà di intervenire prioritariamente sui contenitori di proprietà comunale che richiedono urgenti interventi di consolidamento e di ri-funzionalizzazione : il cine-teatro Kennedy; il cine-teatro Comunale; l’Auditorium. Su questi la commissione ha condiviso la necessità di procedere , senza indugi, con la fase di progettazione per poter rapidamente appaltare le opere.
Un approfondimento è necessario per il Cine-Teatro Duni il quale pur essendo patrimonio collettivo è di proprietà privata, deve mantenere la funzione di spazio culturale e richiede anch’esso un intervento di riqualificazione.
Un approfondimento deve essere effettuato per la Cava del Sole evitando , che venga abbandonata e che si determini quindi un ulteriore spreco di denaro pubblico.
La commissione intensificherà le sedute di lavoro per offrire all’amministrazione un contributo fattivo al progetto di candidatura e per dare il giusto ruolo al consiglio comunale.
Nella prossima seduta si approfondiranno le linee definite per il piano strategico mentre il 19 p.v. la commissione sentirà il direttore del comitato Matera2019 per definire il lavoro delle prossime settimane”.
Mi chiedo se sia stata valutata la possibilità di acquisire alla proprietà pubblica il Teatro Duni. In effetti, è assolutamente vero che si tratta di patrimonio collettivo ma mi pare difficile pensare ad un grosso sostegno pubblico all’intervento di riqualificazione in presenza di proprietà privata della struttura.
E’ vero che la tendenza oggigiorno è quella contraria, vendere proprietà pubblica piuttosto che acquisire al pubblico quella privata ma, appunto, si tratta di priorità e di linee strategiche: se Matera punta e investe sulla cultura è un’operazione che si può valutare.
La televisione, internet e tutti i moderni strumenti audiovisivi permettono, ormai, una comoda e gratuita fruizione di opere teatrali, cinematografiche e affini. Ciò ha messo in evidente crisi cinema e teatro. Alcuni anni fa la proprietà privata del Duni, nella impossibilità di gestire l’importante struttura, lanciò l’idea di una sua possibile vendita. Ci fu chi si fece avanti per farne un supermercato. Si ebbe una propizia insorgenza della città, o almeno di una parte di essa, che ne scongiurò il pericolo. Ciò detto, non credo proprio che ci sia bisogno di nuovi teatri e nuovi cinema. Quanto al Duni è anche un’opera di notevole valore storico e architettonico. Ed è da salvare. Prendemmo già posizione anni addietro. Esso è più che sufficiente per una città come Matera, che ha problemi di natura economica primari, rispetto ai quali la voglia di teatro e di cultura da consumare è piuttosto scarsa. Ci sono sere in cui a Matera i film si proiettano per due soli spettatori. Non è da sottovalutare il discorso di una cordata pubblica (Comune, Provincia e Regione, e magari Banche) per il salvataggio e il recupero dell’esistente e innanzitutto del Duni. La gestione può fare affidamento sul concorso del pubblico e del privato, ma anche su un affidamento tutto privato, come per tante altri settori. Che poi certe proposte, a Matera, siano già decisione, questo è un aspetto abnorme della vita culturale e politica della nostra città. Col permesso di qualcuno, vorrei ricordare che, in Piazza Pascoli, mentre è stato facile trovare un posto per una incongrua “Goccia”, a due anni di distanza non si riesce a sistemare il busto di Pascoli, che, chi voglia vederlo, può trovarlo nel laboratorio dell’artista Pentasuglia, in via delle Beccherie, dove io l’ho visto di recente!
Se interessa la posizione dei promotori, qui su TRM h24 Sergio Palomba li ha intervistati: http://www.youtube.com/watch?v=mWwYNHBLy9k