
Panoramica qualità della vita 2017 – il Sole 24 ore
Quella di Belluno, per il Sole 24 Ore nella sua annuale indagine in 110 province italiane, è la capitale d’Italia per qualità della vita, seguita da Aosta, che lo scorso anno era in vetta, e Sondrio.
Nel ranking le due lucane figurano nella medio-bassa classifica. Rispettivamente alla 67esima posizione Potenza e alla 74esima Matera.
Volendo continuare a parlare di “Capitali”, quella della Cultura Europea incoronata per l’anno 2019 (e da queste parti lo scriviamo da anni) continua ad annaspare proprio (anche) in questo settore dal momento che guardando ai dati di dettaglio, quella di Matera figura tra le ultime province d’Italia (alla 97esima posizione su 110) per Cultura e Tempo Libero.
E sì, una precisazione è d’obbligo per ricordare a chi in questo momento ha alzato la mano per dire che “Matera va alla grande mentre è la provincia etc. etc.” comunque siamo quasi centesimi e se anche la Città, per dire, fosse settantesima la sostanza di quanto sto per scrivere, non cambierebbe.
Contro l’ufficialità dei freddi numeri negli anni abbiamo ascoltato diverse voci contrarie, cioè quelle di coloro che inizialmente accusavano i gufi di vedere tutto nero perchè contrari alle politiche del Governo Renzi, e che oggi, grazie anche alle sconfitte patite dall’ex premier, con l’avvento di Gentiloni hanno ammorbidito i toni e si limitano a dire che al Sud nonostante i numeri impietosi “ci sono timidi segnali di ripresa” (ascolta qui la dichiarazione del ministro Maurizio Martina)
Qualità della Vita 2017 (il Sole 24 Ore) i Dati delle province lucane
Il ministro alle politiche agricole Martina, esponente di Governo più vicino a Renzi prova ad essere ottimista. In ogni caso il tenore generale di quanti rammentano “pur nel duol ch’ivi gioia a noi brillò e che pace colà sol su noi splendere ancor può” è bene sintetizzato nel commento ai dati che ne fornisce Aldo Bonomi il quale intravede fra i “tratti e segnali di speranza: il lento formarsi di un asse Napoli-Bari, ove spicca la risalita di Potenza e Matera” e aggiunge:
“Credo serva essere Capitale europea della cultura nel 2019”.
Dire che non serve sarebbe ingeneroso e non veritiero. Piuttosto però occorrerebbe capire a cosa serve. Per rispondere a questa domanda, bisogna vedere “a cosa è servito fino ad ora” essere Capitale europea della Cultura.
“Fra il 2015 e il 2016 il Pil seppur modesto di Matera è cresciuto del 27 per cento*. In sette anni, i visitatori sono aumentati del 152 per cento e quest’anno l’incremento è stato il doppio di quello italiano. Si veleggia sulle 400 mila presenze annue, metà delle quali rappresentate da stranieri, che fanno a gara per visitare sempre più siti Unesco. Per il 2019 si punta al milione tondo”. (Repubblica)
*Sui dati del PIL citati dalla redattrice di Repubblica siamo fortemente perplessi, non avendo trovato riscontri oggettivi.
Indubbiamente i numeri della notorietà internazionale, sintetizzati dalle presenze turistiche, e dai riscontri diretti in termini economici, si riflettono bene sugli operatori del settore. Poi ci sono quelli indiretti con le (ovvie?) ricadute occupazionali, opportunità culturali e risposte alla fame di infrastrutture materiali e non.
Il programma infrastrutturale
Dalla nomina Ecoc 2019, Matera ha visto una brusca accellerazione nel dibattito sulle reti infrastrutturali di collegamento al resto del Paese.
O almeno così sembra visto che in ogni occasione, “Matera 2019” salta fuori, ad esempio:
Sulle strade – dal completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, oggi autostrada del Mediterraneo, alla realizzazione di quella verso Bari, cioè la SS 96 fino all’aeroporto di Bari-Palese definito “l’aeroporto di Matera 2019”, all’appalto per un collegamento efficiente verso Potenza e non solo, visto che siamo ancora alla fase di redazione del progetto preliminare e annessa valutazione di impatto ambientale per il potenziamento del “Collegamento Mediano ‘Murgia-Pollino’ Gioia del Colle-Matera e ‘by-pass di Matera’ (al secolo Matera – Ferrandina SS7).
Sulle ferrovie – dalle FAL che raddoppieranno la linea verso Bari, a quelle dello Stato con la ripresa dei lavori per la “Matera-Ferrandina”.
E le “strade” tecnologiche – citerò il maggiore esempio, quello relativo alla sperimentazione della tecnologia 5G che interesserà, oltre che la sola Bari inizialmente prevista dal Bando, anche Matera.
Alla luce di questa breve, e si spera non esaustiva panoramica, la fame di infrastrutture adeguate allo sviluppo economico di un territorio malandato come il nostro (malandato è riferito anche se non soprattutto alla struttura geo-morfologica), “Matera 2019” servirà a qualcosa nella misura in cui, queste opere porteranno i benefici attesi, cioè basterà che siano completate. Sulla tempistica… è tutto da vedere.
Il programma Culturale
Qui le cose invece sono molto meno rosee…
Se i tempi di realizzazione delle reti fisiche dovranno slittare in alcuni casi ben oltre il 2019, per quelli relativi ai “contenitori culturali” e di abbellimento generale della Città di Matera, parlare di urgenza è necessario.
Non so cosa su questo versante l’angelo caduto dal cielo di Renzi (il coordinatore inviatoci dal Governo, Salvo Nastasi) riuscirà a fare con la sua indubbia (e buona) esperienza nel settore.
Viene da Bari e di contenitori culturali se ne intende, e per stimolare gli “affari” della Capitale della Cultura si è fatto affiancare da un altro giovane funzionario (Paolo Verdone) che ha già lavorato, in ordine, a Expo Milano nel 2015 e al più recente G7 di Taormina.
Tornando ai “freddi numeri”. Se fin qui si parla di prospettive future a medio-lungo termine, cosa accade nel presente?
Da un lato c’è una Fondazione che pare stia continuando a lavorare su un programma di iniziative che ancora mi sembra non dia i suoi frutti in una Regione dove (numeri alla mano) se non si ha di che vivere o curarsi non ci sono ovviamente i soldi per leggere, andare al cinema o a teatro.
A questo punto, mi permetterete di guardare alla parte alta della classifica “del Sole” sulla qualità della vita. Al primo posto quest’anno c’è Belluno. Sapete come il sindaco ha spiegato il brillante risultato?
“Noi abbiamo dall’inizio puntato su temi come le politiche sociali, la sostenibilità, la riqualificazione urbana e la promozione culturale per generare economia ed i risultati si sono visti. Con gli strumenti a tutela delle fasce di popolazione più debole ed interventi di recupero di immobili storici e della loro valorizzazione quali sedi di eventi culturali abbiamo creato un indotto e molti posti di lavoro, e questo con una grande condivisione dei cittadini che in questi sforzi si sono identificati”.
Jacopo Massaro, occorre ricordarlo a questo punto visto che da queste parti siamo cresciuti a pane, politica e social, è noto a livello nazionale a seguito di un Tweet del 2012 dell’allora sindaco di Firenze Renzi che recitava: “A Belluno ha vinto Jacopo Massaro – già capogruppo pd – contro il candidato ufficiale PD che non ha voluto le primarie #Pensiamoci”.
Massaro dunque ha saputo allineare le ragioni dell’economia a quelle dell’attenzione al sociale all’ambiente e alla cultura.
Tra le altre cose dunque in prospettiva futura dovremmo (noi dalle parti della Basilicata) preoccuparci di quanto sta accadendo a livello demografico ed economico nelle nostre famiglie.
L’Istat continua a certificare il calo costante delle nascite (principalmente da coppie di genitori entrambi italiani). E mentre la Basilicata è avviata allo spopolamento e alla desertificazione, più in generale gli esperti dicono che la spiegazione del calo nascite è in due fattori: le italiane in età riproduttiva sono sempre meno numerose e la loro propensione ad avere figli è decrescente.
E ti credo! Per esperienza personale una donna (e una famiglia) con un figlio non è minimamente aiutata: nè in ambito lavorativo, nè in quello sociale. I sostegni alla famiglia sono irrilevanti e fare un figlio (anche per l’Istat) significa diventare poveri.
Nota per i lettori: su questo tema insieme a quello della povertà educativa nella nostra regione ho iniziato a scrivere e spero presto di poter pubblicare il relativo articolo sul blog.
Per tornare a noi invece la parte più problematica a Matera e provincia (e in Basilicata) è rappresentata proprio da quella che è stata la “carta vincente” di Belluno (e provincia): Biblioteche e librerie, teatri e sale da concerto, sostegno alle fasce deboli e attenzione all’ambiente.
Qualcuno dalle nostre parti, ci sta lavorando? Dicono di sì. Anche se a voler essere ottimisti la situazione la percepisco più come quella di un cantiere aperto che lavora nella confusione e litigiosità più totale.
Sul fronte istituzionale le associazioni non hanno una guida autorevole e organizzata, anzi, in mezzo ci sono le piccole beghe politiche che continuano a tormentarci in attesa di una stabilità che raggiungeremo, forse e a fatica solo dopo le prossime elezioni politiche e regionali (se non proprio comunali!).
A questo punto ben venga il fatto che Paolo Verri lavori nel silenzio e nelle più totali autonomia e discrezionalità ai progetti inseriti nel Dossier.
Il direttore Paolo (della Fondazione Matera-Basilicata 2019) dice che i tempi sono rispettati e che per le ore 19.00 del 19 gennaio dell’anno 2019 le 200 bande tra lucane ed europee saluteranno l’evento. Ci saranno quattro mostre a segnare i rispettivi trimestri: civiltà rupestre, rinascimento mediterraneo, scuola pitagorica e antropocene. Avremo il museo demoetnoantropologico e l’Open Design School, una cinquantina di produzioni, che vedrà impegnate le realtà locali e internazionali, enogastronomia e interventi sui giardini urbani. Se la parola chiave dunque anche in questo caso è programmazione (i risultati li misureremo nel tempo) su quelli più immediati conseguiti nel fronte turistico, secondo me c’è molto da ringraziare la benefica inerzia del marketing 2.0 (il passaparola social) più che l’opera di programmazione degli enti e delle istituzioni (da quelli regionali fino a quelli comunali).
L’inerzia cui mi riferisco è dovuta alla spintarella che i media ogni tanto ci danno: l’ultima in ordine di tempo è quella di Lonely Planet. Nel turismo si registrano puntualmente grandi numeri di visitatori, il fenomeno riguarda prevalentemente il tipo “mordi e fuggi” che avvantaggia pochi senza creare (o consolidare) una vera e propria industria del settore che puo’ nascere e prosperare solo sulla base di una programmazione e un preciso calendario, aspetto sul quale invece siamo “puntualmente” presi alla sprovvista. A Matera sembra quasi che il Natale arrivi “inaspettato”!
Dunque, alla luce di quanto scritto, occorre guardare con distacco i dati principali che ci riguardano, come provincia e come regione. Sono aggiornati agli anni 2017 per gli indicatori relativi alle librerie e indice di sportività, al 2016 invece per quelli relativi alle sale cinematrografiche, numero di spettacoli, ristoranti e bar, spesa pro-capite dei viaggiatori stranieri e numero di Onlus iscritte all’agenzia delle Entrate.
Non suoni dunque blasfemo alle vostre orecchie se affermo che “siamo ancora ai piedi di Cristo”, anche perchè mi riferisco al Cristo di Maratea, sotto al quale festeggeremo l’arrivo del nuovo anno in diretta Rai.