Perché voterò Liberi e Uguali

In un futuribile centro – sinistra col trattino, io mi collocherei idealmente nel trattino. Ma oggi, in queste elezioni politiche, con il centro rappresentato dal Pd di Renzi, scelgo di votare la sinistra di Liberi e Uguali.

La principale ragione è che in vista di una futura, eventuale ricomposizione di un’alleanza progressista è importante che la sinistra riformista rappresentata da LeU ottenga un buon risultato elettorale.

In verità, ci sono altre liste a sinistra di LeU (la tendenza a dividersi in mille atomi è sempre stata una prerogativa della sinistra italiana), ma queste sono destinate all’irrilevanza e dunque, almeno dal mio punto di vista, che è quello di una sinistra di governo, è inutile votarle.

Sottolineo, per prudenza visto che è comunque cosa nota, che le dichiarazioni di voto su Hyperbros sono sempre strettamente individuali.

Del resto, a proposito della mia scelta di votare Liberi e Uguali, mettetevi nei miei panni: se votassi a Potenza, dovrei scegliere tra Guido Viceconte e Roberto Speranza (non menziono nemmeno Benedetto e Caiata, che sono fuori dal mio radar); Roberto avrà pure qualche difetto, ma per un elettore di sinistra, o financo per uno di centro-sinistra, è impensabile votare per colui che è stato il principale collaboratore di Berlusconi in Basilicata lungo un arco di 20 anni. Votando invece nel collegio di Modena, devo scegliere tra Beatrice Lorenzin e Cecilia Guerra. Ora, astraendo per un momento dai miei gusti politici personali, da elettore di sinistra potrei mai votare per la madrina del Fertility Day? Ovvero, sul piano dei diritti civili, una delle iniziative più reazionarie dai tempi del referendum sul divorzio? In sostanza, Renzi ha portato a compimento il progetto di creare un partito della nazione, cioè il progetto di costruzione di un partito personale che guarda a destra e bastona la sinistra. Finché ci sarà lui, salvo catastrofi, il Partito democratico non lo voterò più.

E nel collegio del Senato di Basilicata, chi voterei?

E qui casca più di un asino! Andando oltre l’augurio di Folino (“Auguro a Pittella di essere eletto in Campania”), io auspico che Gianni Pittella possa rimanere in Europa a fare l’eurodeputato. A parte la mia dichiarata avversione per le telenovelas familistiche, Pittella è nelle istituzioni dal 1980, cioè da appena 38 anni.

Per un confronto, Mirella Liuzzi, capolista alla Camera del Movimento 5 Stelle, all’epoca non era ancora nata! Nel 2019, alla fine dell’attuale mandato europeo, Pittella avrà dunque maturato una più che meritata pensione. La presenza nelle istituzioni non esaurisce l’orizzonte di vita: Gianni si faccia una sua fondazione, scriva libri, intervenga nel pubblico dibattito e dia un contributo in altre forme alla politica italiana ed europea.

Dunque, ancora una volta, non posso che votare nel collegio unico di Basilicata del Senato per Cristiana Coviello, candidata di LeU, e per Vincenzo Folino, capolista nel proporzionale.

Devo dire che quella di Cristiana Coviello è una candidatura che apprezzo molto. Certo, non fosse anche lei una figlia d’arte, la candidatura sarebbe davvero perfetta. Ma siate realisti (non) chiedete l’impossibile!
Invece, Vincenzo Folino e Filippo Bubbico (capolista alla Camera) sono due autorevoli ed esperti politici della sinistra lucana. Per usare il loro slogan, se verranno eletti in parlamento, la Basilicata sarà sicuramente difesa bene. Folino e Bubbico devono ora fare l’ultimo giro di valzer e poi lasciare spazio ai giovani e alle giovani, se ce ne sono di capaci. I due, in futuro, li vedo bene nel ruolo di allenatori non giocatori, magari uno della prima squadra e l’altro delle giovanili.

Infine, ai simpatizzanti di sinistra rimasti nel PdBas, citando un famoso manifesto Dc del 1948, dico: Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Renzi e i Pittella no!

In effetti, dopo tutti i calci negli stinchi dati da Renzi a Lacorazza, a Emiliano, a Orlando, insomma a tutti i critici ed oppositori interni, votare per Renzi e Pittella vorrebbe dire essere afflitti dalla sindrome di Stoccolma, per cui alla fine si finisce per amare il proprio carnefice. Tra l’altro, in Basilicata, c’è anche un di più di imbarazzante, visto che le liste del Pd sono piene di cattolici popolari e di vecchi socialisti della tradizione manovriera, ma della componente ex comunista, che è tutt’ora in parte presente nel Pd, non c’è alcuna traccia nelle candidature.

Più in generale, pur essendo amico ed estimatore di alcuni candidati moderati nelle liste del Pd, penso sia importante mettere uno stop allo strapotere dei Pittella in questa regione. In questo senso, penso che la mancata elezione di Gianni nel collegio uninominale del Senato, rappresenterebbe senza dubbio una svolta positiva per la politica regionale.

Antonio Ribba

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