E’ pieno di errori di forma, ma la sostanza…
Questi che leggerete sono pensieri, informazioni di servizio ed opinioni in ordine sparso che proverò ad elencare per fare un po’ di chiarezza (e anche provocare, lo sapete che mi piace).
Partiamo dal titolo. L’ultimo post che in qualche modo ruminavo da tempo e scrissi quasi di getto, risale al lontano giovedì nero di inizio estate. Nero, sia chiaro per molti non per tutti.
Finalmente la città in cui vivo temporaneamente si liberava dall’asfissiante cappa degli Adduce, dei Cifarelli e dei Muscaridola, più una serie di improvvisati quanto inaspettati sodali (alcuni pure collaboratori di questo blog, che ora non scrivono più qui).
Certo la cosa – cioè la decisione presa senza consultarlo, come ho sempre fatto in passato per le decisioni epocali di questo blog – di fare a meno di alcune collaborazioni storiche, non è piaciuta al maggiore azionista di Hyperbros. In effetti (altra informazione), me ne scuso pubblicamente con lui.
Sia chiaro, anche se in molti lo dicono, lo pensano e lo scrivono, non sono nè mi sento “servo” di alcuno. Il silenzio mio sulle cose cittadine è calato naturalmente. Ne ho le scatole piene delle stupide questioni imbastite dai giornali nostalgici di Adduce, dai blogger nostalgici dei suoi fasti, da chi è in attesa di rinnovare il contrattino open, dalle associazioni culturali che ora si sentono perse senza i padrini politici e via dicendo.
Il trauma degli sconfitti c’è stato (clap, clap) ma l’elaborazione del lutto ancora non si è compiuta (buhhhh!).
Nel frattempo al Comune non è cambiato niente nella forma: si lotta per la visibilità personale, ci sono assessori assolutamente inadeguati. Ma qualche luce c’è: alcuni assessori (Valeriano) provano nel silenzio e senza clamori a fare onestamente la propria parte.
Il sindaco? E chi lo sente! Chi lo vede.
Continuo a sperare che – come un De Gasperi dei giorni nostri o un ancor più snob Enrico Berlinguer – sia chiuso nella sua angusta camera del sesto piano municipale a lavorare per tutti noi a lume di candela e senza la roboanza dei noiosi e inutili ripetitivi comunicati stampa che fino a questa estate abbiamo letto, diffuso, copia-incollato.
Me lo sogno la notte, Raffaello, intento a tenere incollati i vari pezzi di una maggioranza che solo Dio riuscirebbe a far combaciare perfettamente.
Quindi, de Ruggieri: tieni duro, anzi Tosto, chè più ce li tieni lontani dal potere cittadino (quelli di prima) meglio è per tutti.
Empatia con i perdenti, pardon, sconfitti.

Ennesimo Capolavoro di propaganda degli sconfitti
Certo, capisco chi adesso ha perso le redini, almeno ufficialmente, sui ronzini di questo paesone provinciale di caratura culturale europea proprio adesso che si galoppa verso le alte vette di Bruxelles: ci sono le risorse (la moneta), c’è un Capodanno in piazza all’anno (su RaiUno michia, mica su quello sfracanamento di palle di RadioTre), ora c’è Renzi (l’amico di Marcello e Luca) che inizia a guardarci con meno antipatia (sì cari lettori, il sindaco Adduce, quando l’allora sindaco di Firenze venne a Matera non si degnò neanche di andare a salutarlo, e alla consegna si attennero tutti i suoi).
Il momento di grazia non appartiene più a loro. Non c’è niente di “open” a parole, ma è tutto invece molto più aperto. Al “dojo” la città ha preferito il “mojo” (questa è per pochi, scusate).
Dopo la sconfitta del PARTITO di Matera, nessuno, dico, nessuno ha avuto il buon gusto e l’educazione di dimettersi: Adduce e Muscaridola in primis: a seguire i vari altri che non nomino perchè ne ho già dimenticato i nomi.
Però, appunto affari loro. Messi alla porta dagli altri continuano a bussare per rientrare in casa d’altri. Ospiti della peggiore specie.
A me questa città tutta eventi (finalmente possiamo usare la parola per descrivere qualcosa che “evento” lo è per davvero) piace. Magari non andrò in piazza a festeggiare con Carlo Conti (o chi per lui), magari non parteciperò alla due giorni di narrazioni con Delrio (che chissà per quale strano caso un giorno sì e l’altro pure ha preso a frequentare la nostra città), non andrò in giro a braccetto con la Senatrice (l’odiata Antezza che con Latronico l’amico lontano di Berlusconi ci ha fatto avere la moneta) però cavolo, qualcosa sta cambiando, in meglio.
Oggi poi Materdomini ha pure messo nero su bianco un’interrogazione per sapere quanto ci è costato (e se ha mai funzionato) uno dei tanti progetti volontari e volenterosi della “passata amministrazione”.
Insomma direi che chi ha da fare pace col passato dovrebbe farlo al più presto, mi rivolgo come al solito ai più giovani (dentro e fuori): state lontani dagli sconfitti e rottamateli, ora è il vostro turno, non più il loro.
poscritto: tra qualche giorno, giuro, scriverò il post che avevo promesso di scrivere ad un amico. Questa consideratela una premessa.