Oggi presentiamo sul blog la prima puntata della nuova rubrica di HyperBros.com “Lucani a Roma”. Protagonista è il Senatore del Partito democratico Salvatore Margiotta, che ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Francesco Foschino, reporter quasi d’assalto ed in trasferta a Roma per avere le prime impressioni sull’avvio di legislatura dai Parlamentari eletti nella circoscrizione di Basilicata.
Margiotta ha parlato per metà intervista in politichese e per metà è stato, invece, più rilassato e diretto. Essendo l’intervista abbastanza lunga, abbiamo selezionato nei primi 5 minuti del video alcune tra le parti di maggiore rilevanza. Donato Mola ha fatto, al solito, il lavoro di editing ed ha preparato musica e grafica della sigla (che è davvero bella, ce lo diciamo da soli). Infine, come da antica prassi del blog urbano, l’intervista al Senatore Margiotta è accompagnata da un editoriale di Antonio Ribba.
Ammettiamolo: Francesco Foschino e HyperBros.com, con l’intervista a Salvatore Margiotta hanno realizzato un piccolo colpo giornalistico, visto che il Senatore di Potenza del Partito democratico ha colto l’occasione per rivelare al mondo la sua intenzione di candidarsi (ma, come è ben noto, un ex democristiano annuncia al massimo una “disponibilità”, e poi aggiunge pure “nel caso sia cosa utile per la comunità”) alla Presidenza della Regione Basilicata. Finora, nella pletora dei possibili candidati, il nome di Margiotta non era ancora emerso. E dire che la lista dei pretendenti era già tutt’altro che scarna, includendo, più o meno, il numero di componenti di una squadra di calcio, riserve di lusso incluse.
Da sottolineare che politici esperti come Margiotta non parlano mai per caso e, dunque, la sua salita in campo verso Potenza, destinazione Regione, nei prossimi giorni sarà tutta da decodificare.
Importante anche sottolineare la correttezza del Senatore che, in risposta ad uno specifico quesito di Foschino, precisa che la sua eventuale candidatura è condizionale ad una positiva conclusione del procedimento giurisdizionale a suo carico, ancora in corso. La sentenza d’appello sul caso Total si avrà a giugno e, in verità, occorre dire che Margiotta si mostra sereno e fiducioso sulla probabilità di una sentenza che confermi l’assoluzione ottenuta nel primo grado di giudizio.
L’intervista di Foscus rivela diverse altre cose interessanti come, ad esempio, un giudizio molto negativo sui primi passi parlamentari del Movimento 5 Stelle ma, come è inevitabile, il dibattito sulle esternazioni di Margiotta sarà dominato dal suo annuncio sulla presidenza regionale. Certo, nell’insieme, emerge anche una grande insofferenza del Senatore verso la linea politica del Pd e verso alcune decisioni strategiche, tanto al livello locale che al livello nazionale. Per esempio, egli nota, e noi condividiamo, una certa inclinazione al trasformismo nel succedersi delle diverse giunte regionali ed, inoltre, dichiara una preferenza verso alleanze e verso politiche che guardino al centro piuttosto che a sinistra, implicitamente suggerendo una linea di attenzione verso Scelta Civica per le prossime elezioni regionali. Tuttavia, non è sempre chiarissimo chi siano i veri destinatari delle sue critiche.
A stretto rigor di logica politica, i bersagli principali dovrebbero essere Vito De Filippo e Roberto Speranza, ovvero lo stratega e la sua principale spalla delle scelte politiche di fondo lucane degli ultimi anni. Invece Margiotta, in modo contraddittorio, sostiene che se De Filippo si ricandidasse o se Speranza scegliesse di correre per la Regione, allora lui si metterebbe volentieri da parte. Il che, se non fossimo consci delle sottigliezze dorotee, porterebbe a pensare che per il Senatore la responsabilità politica per il crollo della Basilicata è del segretario del Circolo di Savoia di Lucania o di quello di Teana (comune caro al Governatore nell’analisi del successo elettorale del Movimento 5 Stelle).
Peraltro, non occorre essere neppure dei sofisticati analisti politici per comprendere che la condizione posta dal Senatore per la sua candidatura, ovvero che Speranza non si renda disponibile per il cimento, è nella sostanza già soddisfatta, essendo l’onnicandidato Roberto ormai proiettato verso una dimensione da dirigente politico nazionale, in qualità di capogruppo alla Camera o di segretario nazionale o di altro ancora. Del resto Speranza, magari non sarà un novello Enrico Berlinguer e nemmeno un moderno Aldo Moro in quanto a spessore politico ed a capacità strategica, però ha già dimostrato che in quanto a furbizia è secondo, forse, solo ad un Andreotti. E, dunque, perché abbandonare la scena nazionale e tornare in Basilicata per rischiare un non improbabile bagno di sangue alle prossime regionali? In quanto all’ipotesi De Filippo, dati causa e contesto, ovviamente, non sta né in cielo né in terra.
Il Pd ed il centrosinistra hanno, ad occhio e croce, uguali probabilità di vincere o di perdere le prossime elezioni regionali. Insomma, dato l’attuale disastro economico-giudiziario, siamo lontani dai fasti elettorali dello scorso ventennio. In questo quadro, in tutta sincerità, colpisce la disponibilità totale dei dirigenti di prima fila a spendersi per la candidatura alla Presidenza. Non uno che dica, o che almeno sussurri, sulle orme di Gino Bartali: “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. A dire il vero ci sarebbe il “lungo, largo e profondo rinnovamento” lanciato di recente da Folino, così come risulta che lo stesso De Filippo non escluda l’ipotesi di una candidatura esterna, della cosiddetta società civile, nella situazione attuale. Margiotta liquida questa ipotesi come mero tatticismo dei generali. Invece, secondo il Senatore: “il momento richiede che ci impegniamo noi (generali, Ndr) in prima persona”. E certamente, alla fine, andrà così. In fondo, il fatto che tutti i maggiorenti si siano candidati è una indicazione del fatto che strade alternative, sempre ammesso che esistano e che siano praticabili, saranno comunque sbarrate.
Siamo quindi, nella sostanza, alla linea dettata negli ultimi mesi da Vito De Filippo, la cui sostanza è che: “Il modello lucano è sano e vivo; c’è solo qualche incidente di percorso; e il tutto è purtroppo accompagnato da un paio di mele guaste”. A dispetto delle virgolette, non si tratta di parole testuali ma di una mia sintesi delle esternazioni del Governatore degli ultimi mesi. Margiotta potrebbe obiettare che egli ha sostenuto che parlare di “Modello di Governo” per la Basilicata si è rivelata una piccola presunzione, alla luce del disastro occorso. Ma, al di là delle parole, è sempre bene stare alla sostanza politica e quando uno indica Speranza, cioè il segretario regionale degli ultimi 4 anni, quale miglior candidato possibile e poi, in subordine, ritiene che tutti i generali del Pd siano candidabili alla Presidenza, allora sta solo facendo una variante linguistica al tema delle orgogliose rivendicazioni di De Filippo sul buongoverno regionale.
Prima di lasciare i lettori alla video-intervista di Salvatore Margiotta, val la pena osservare che su questa linea di pensiero ed azione, ovvero la linea del cambiare il Presidente della Regione nel più ragionevole continuismo di uomini e di idee, l’ex Partito-Regione aumenta le probabilità di andare incontro ad un discreto schianto. Che poi, dopo almeno due decenni di onorato esercizio del potere, non è nemmeno detto che un lungo periodo all’opposizione non possa rivelarsi salubre, e questo sì “utile per la comunità lucana”.