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L’autopromozione di APT, l’autodifesa di Perri e il semi-socialismo lucano.

Gianpiero Perri (direttore APT Basilicata)

Gianpiero Perri (direttore APT Basilicata)

Giampiero Perri è il direttore generale dell’Azienda di Promozione Turistica (APT) di Basilicata ed è un buon emblema di quello che va e che, soprattutto, non va in questa regione.

La parte che va, riguarda un grado di competenza dell’uomo abbastanza riconosciuto nonché la capacità del (fu) Partito-Regione, ed in particolare di Folino, di fungere da attrattore rispetto a quel che di dinamico si muove nella società, anche sul versante più conservatore dello schieramento politico-culturale.

La parte che non va ha, invece, a che fare con il famoso modello di socialismo burocratico instaurato in questa regione dal centrosinistra. Si pensi, a questo proposito, proprio alla parabola di Perri:

Dunque, tra qualche mese, scopriremo se stavolta l’uomo torna davvero alla politica istituzionale, eletto in Consiglio regionale, oppure se ottiene l’ennesima riconferma alla guida di APT o comunque un qualche incarico nell’eterno valzer delle nomine pubbliche. La mia personale preferenza sarebbe per una terza via: che Perri torni alle sue personali attività.

Per intenderci, non è che io sia contrario all’ingresso in politica di manager, imprenditori, professionisti, operatori del volontariato, operai e quant’altro, possibilmente di buono, possa esprimere la società civile e quella economica. Tutt’altro. Ma, e mi ripeto sempre abbastanza volentieri su questo tema, penso sia necessario superare in Basilicata il rapporto incestuoso tra politica ed economia (non solo pubblica) ed inoltre piantarla con i passaggi disinvolti, e ripetuti nel tempo, da incarichi politici verso manageriali, con biglietti di andata e ritorno. In sostanza, si deve rompere un sistema pubblico inefficiente e perverso in cui si usa la politica per rafforzare il ruolo di partiti e correnti nella gestione economica e si usa la gestione (pseudo)manageriale negli enti e nelle società pubbliche regionali per rafforzare ulteriormente la posizione competitiva di partiti e correnti. Un sistema circolare utile per gli aggregati di potere ma dannoso per la comunità lucana.

In quest’ottica, la polemica delle ultime ore sulle larghe spese in autopromozione turistica nella Regione Basilicata, a fronte di bassi ritorni in termini di presenza turistica, non moltissimo aggiunge al quadro appena pittato.

Ha perfettamente ragione Perri quando piccato sostiene, nel comunicato di risposta alle critiche ricevute, che sia logico per una regione non ancora attrattiva sul fronte turistico spendere di più in promozione (e in proporzione) rispetto a regioni che invece già risultino attrattive.

Cioè Rizzo, nell’articolo di ieri sul Corriere della Sera e basato su uno studio di Confartigianato, fa in effetti un po’ di confusione sui nessi di causa-effetto. Tuttavia, nel prosieguo del comunicato, Perri scivola nell’abitudine, un po’ italiana, del massaggiare i dati a proprio uso e consumo. Infatti, l’eventuale errore sul numero di presenze registrate nel 2011 in Basilicata è troppo piccolo per poter influenzare in modo significativo la grandezza della spesa (in promozione) per turista.

Inoltre, nel contestare il dato riportato da Rizzo sulla dimensione di spesa per autopromozione, mi pare che il direttore generale scivoli verso un sentiero malcerto: per prima cosa, quel che davvero conta è che la metodologia adottata nello studio sia omogenea per ciascuna regione, in modo tale che i confronti statistici siano dotati di senso; per seconda, e non meno importante, tanto nell’articolo del Corriere della Sera che nel comunicato di Perri, il concetto identificativo di “spesa regionale per la promozione turistica” non è chiaramente precisato ed è ovvio che piccole varianti nella definizione adottata possano produrre notevoli differenze di misurazione.

Così, nell’articolo di Rizzo si parla di 9,2 euro di spesa per turista in Basilicata; Perri ridimensiona il dato a 4,2 euro ma sostiene, anche, che isolando le voci di spesa relative alla comunicazione e marketing in senso stretto si potrebbe scendere perfino sotto i 2 euro. Infine, Simonetti, guardando alla spesa turistica regionale aggregata, afferma che il dato di 9,2 euro per turista sarebbe addirittura sottostimato. È dunque chiaro, e perfino banale, che differenze così strabilianti nei numeri dipendono unicamente dalla peculiare definizione adottata da ciascun studioso, manager o (ex) politico.

In sintesi, il direttore generale di APT è competente e politicamente sveglio. Non sono in grado di valutare in modo accurato i risultati conseguiti nella sua attività manageriale pubblica ma, d’altro canto, penso che la mia comprensione generale della politica e dell’economia lucana sia sufficiente per indurmi alla conclusione che il rinnovamento in questa regione non passi solo per il pensionamento del 90% circa del nostro ceto politico in attività, cosa comunque necessaria, ma che sia opportuno anche il pre-pensionamento dei personaggi alla Giampiero Perri: avete dato e avete avuto, ma ora è tempo di raccogliere i ferri e di tornare a casa.

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