DI ANTONIO RIBBA – Il Commissario (partente) alla Spending Review ha pubblicato ieri sul suo sito 4 file excel con alcuni dati relativi ad oltre 5mila società partecipate da enti locali. In precedenza il Commissario aveva parlato di “giungla”, sempre in riferimento a queste società, suggerendo, giustamente, un obiettivo politico di disboscamento della giungla medesima.
Così, abbiamo pensato di pubblicare i dati, nel senso dei link ai file di Cottarelli, anche su Hyperbros. In effetti, i file presentano dati un po’ grezzi e le società censite non sono organizzate per regione. Inoltre, a leggere la stampa nazionale, oggi, si rischia di fare con una certa facilità di tutta l’erba un fascio, nel senso che “società partecipata da enti locali” rischia di diventare un’etichetta poco gratificante mentre, in realtà, molte di queste società a controllo pubblico presentano risultati economici di tutto riguardo.
La chiave dell’analisi di Cottarelli è in un indice di redditività, il ROE (Return on Equity) costruito come rapporto percentuale tra risultato netto di esercizio (qui riferito al 2012) e capitale netto. In altri termini, si misura l’importo dei profitti, o delle perdite, per unità di capitale investito.
L’attenzione dei giornali si è concentrata, in modo particolare, sulle situazioni di perdita più rilevanti o sui peggiori risultati in termini di redditività, come ad esempio è il caso del Casinò di Venezia o di Gestione Agro-alimentare Molisana s.r.l., che ha presentato nell’anno di riferimento perdite per circa 15 milioni di euro. Tuttavia, in un’ottica più generale, si dovrebbe guardare anche a situazioni di bassa o nulla redditività delle società partecipate, in quanto potenzialmente indicative di limitata efficienza nella gestione societaria.
In quest’ottica, risalta in Basilicata il caso di Acquedotto Lucano, che appartiene alla classe delle partecipate con patrimonio netto oltre il milione di euro, e che per il 2012 ha presentato una redditività praticamente nulla. Se aggiungiamo il risultato simile, sempre in termini di redditività, per Acqua SPA e le perdite della Società Energetica Lucana, che nella classe che include le società con patrimonio netto tra 100mila e 1 milione di euro si classifica tra le 100 peggiori per risultato di esercizio conseguito, si comprende come nel settore delle utilities ci sia un grosso lavoro di riforme da fare in Basilicata. Naturalmente, un vantaggio associato ai file pubblicati da Cottarelli, è che un lettore che abbia voglia di spendere una mezz’ora nella lettura dei dati può fare facilmente comparazioni tra i risultati ottenuti da società similari nelle diverse regioni d’Italia. Cioè, non è che tutte le società a controllo pubblico nel settore energia e acqua (o gas) siano in perdita oppure presentino indici di redditività di rimarchevole modestia.
Scorrendo i file, si nota anche quanto sia fertile la fantasia dei nostri amministratori locali (lucani e non) nel dar vita a originali società partecipate. Francamente, di buona parte delle società partecipate lucane elencate da Cottarelli, in equilibro, in attivo o in perdita che siano, non ne avevo mai sentito parlare. Per cui, si può senz’altro procedere sia al disboscamento che, cosa ancor più importante, a riforme strutturali anche nel settore delle partecipate, in Basilicata. Forse, non sarà una battaglia per cui valga la pena morire ma, probabilmente, si tratta comunque di una delle più rilevanti da combattere.