Qualche tempo fa, commentando le parlamentarie lucane del Pd, scrissi sul Quotidiano che la Basilicata era sì terra povera per demografia ma in compenso assai ricca di statisti, data la presenza longeva nelle istituzioni di un così elevato numero di parlamentari locali. Nelle ultime settimane, tuttavia, le postazioni politiche di prestigio per i politici lucani, sia quelle attuali che le potenziali, sono molto aumentate ed ora manca ormai solo la candidatura di De Filippo alla Presidenza dell’ONU per chiudere il cerchio!
Infatti, come è noto, l’ultima clamorosa (auto)candidatura in ordine di tempo è stata quella di Gianni Pittella alla segretaria del Pd. Lettore, fai molta attenzione, che qui non stiamo parlando della segreteria regionale bensì di quella nazionale!
In verità Pittella, nell’intervista odierna all’Unità, si è presentato piuttosto bene con frasi del tipo: “Non si può pensare al Pd senza pensare prima al Paese” o ancora “Noi dobbiamo tornare a stare tra la gente..etc”. È, in effetti, davvero difficile dissentire da tali affermazioni di principio.
Ora veniamo però alla parte seria della mia argomentazione, in cui proverò a motivare brevemente perché io non ritenga credibile la candidatura di Pittella alla segreteria nazionale del Partito democratico. Gianni Pittella è dal 1996, cioè da 17 anni, presente nelle istituzioni, prima eletto al Parlamento Nazionale e poi a quello Europeo. Soprattutto in Europa ha acquisito buon prestigio e riconoscimenti, fino a diventare vice-Presidente del Parlamento. In sostanza, è un buon esponente di secondo livello del Pd. Ora, data questa premessa, io non dico che dopo 18 anni consecutivi da parlamentare uno debba cambiare per forza mestiere (ma lo penso), ma che addirittura poi uno pensi di candidarsi alla segreteria nazionale e, quindi, potenzialmente in una fase successiva alla guida del Paese, mi pare davvero un salto eccessivo!
Il mio parere, peraltro, è che questo proliferare di candidature per incarichi di direzione di rilievo, o anche la improvvisa promozione ad incarichi nazionali delicati di personale politico giovane ma che esibisce tutt’al più un livello qualitativo dignitoso (non ci giro intorno, sto parlando di Roberto Speranza), più che sintomo di freschezza e di novità è emblematico del momento di smarrimento politico del Pd e del Paese.
Naturalmente, poiché questi giudizi possono apparire un tantino drastici, mi dichiaro fin da ora disposto a ricredermi sulle qualità politiche e sullo spessore di Gianni Pittella, sempre intese le qualità in relazione al difficile cimento, man mano che la sua candidatura decollerà e che si avrà modo di comprenderne meglio la visione e l’eventuale inclinazione alla leadership.
In verità, la mia prima opzione è per un altro scenario interpretativo, ovvero che Gianni Pittella si sia candidato, nella solita logica correntizia che affligge il Partito democratico, al fine di segnalare e al limite di misurare, la presenza di una componente politica del partito che non intende stare a guardare passivamente, o rischiare di essere irrilevante, nella contrapposizione che si profila tra i due campioni delle opposte ali, Renzi e Barca.
Comunque, ripeto che resto disposto ad osservare il futuro senza pregiudizi (ma sempre, in ogni caso, con giudizi).
Infine, è da rilevare il notevole silenzio che, al momento, sta caratterizzando il nostro ceto politico lucano il quale, in genere, per una nomina o per un qualunque evento di rilievo è sempre disposto a versare non meno di 100 comunicati e altrettante twittate (quasi) in tempo reale! È un silenzio ambivalente, interpretabile come il segno che il contropiede di Pittella è per il momento riuscito o, più probabilmente, come il segno che le altre componenti lucane del Pd, dalla Renziana alla Margiottiana per finire alla (ex?) Bersaniana, non hanno alcuna intenzione di mobilitare le proprie divisioni nel sostegno al Vice-Presidente del Parlamento Europeo.
Non difendo nè Pittella nè Speranza che non conosco e non posso valutarne correttamente le loro capacità politiche. Può darsi che siano stati catapultati (o si propongono , nel caso di Pittella) a ruoli nazionali di primo livello senza averne merito. Temo però il male di noi meridionali: tendiamo a tagliare le cime ns.e osserviamo indifferenti quelle altrui. Aspettare non guasta.
Comunque coplimenti per i contenuti e l’impaginazione del Blog.
Cordialità. A.C.
E’ vero che la scelta è sempre comparativa e che i fuoriclasse sono rari in tutti i campi. Dunque, c’è sicuramente un fondamento nella tesi di Attilio che sia opportuno evitare stroncature preventive, nonché eccessive, dei nostri leader meridionali. D’altro canto, qui stiamo parlando, per quanto riguarda Gianni Pittella, di una candidatura a leader nazionale del Pd, il grande partito democratico di Gramsci, Togliatti……Moro e Berlinguer!
Sono d’accordo ma se non avessero avuto quelle responsabilità Gramsci ecc. oggi non saremmo qui e celebrarli.
Peraltro ci sono stati leader come Rutelli, Veltroni Marini, Bindi, D’Alema, Bersani, i cui risultati sono evidenti.
Ogni uomo esprime il meglio di sè solo quando ha grandi responsabilità. Questo vale per
tutti anche per Speranza e per Pittella.
…. il grande partito democratico di Gramsci, Togliatti …. Moro e Berlinguer …., ma negli ultimi anni di Veltroni, Franceschini e Bersani !!
Può essere un merito quello di dichiarare la propria aspirazione se lui si ritiene all’altezza, è inutile nascondersi dietro ipotetiche chiamate altrui o cose simili. Piuttosto mi chiedo quali possibilità possa realmente nutrire di arrivare alla meta. Dopo Renzi che, visto il fallimento di Bersani, probabilmente vedrà crescere il consenso sulla sua persona, proprio ieri si è fatto avanti il ministro Barca che nella prima intervista alla Gruber mi ha impressionato per la sua concretezza. E chissà quanti altri nomi emergeranno dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.
O è un finto obiettivo per ottenere una postazione più modesta, tipo un ministero che gli riconosca la sua esperienza europea, o più semplicemente locale tipo presidenza regionale, visto il rilievo nazionale che altri lucani concorrenti stanno ottenendo in questo momento?
Dimenticavo i grandi leader Franceschini e Fassino. Ma aprescindere, penso che sia buona cosa che donne e uomini del sud emergano nel panorama politico, ma non solo.Vedete quanti “nordisti”, anche senza, valore sono sulla scena e fanno per il loro territorio e disfano per il nostro. Penso che questo debba essere il nostro impegno, non scatenare personalismi e sentimenti negativi verso chi ha il corraggio di mettersi in gioco.