(di ANTONIO RIBBA) – Dalla mia permanenza lucana, quest’estate, con spostamenti tra Matera-Bernalda-Metaponto-Miglionico-Pietrapertosa, ho tratto indicazioni utili per comprendere quali siano le strategie di lungo termine coltivate da alcuni esponenti di primo piano del Pd di Basilicata.
Devo riconoscere che le conclusioni, almeno per me, si rivelano alquanto sorprendenti! Sorprendenti, perché la Grande Ipotesi di Pacificazione in PdBas sembra oggi passare da un accordo complessivo tra Marcello Pittella e Vincenzo Folino, con la indispensabile benedizione di Matteo Renzi.
In premessa, va detto che ai leader non piace troppo parlare di organigrammi, non essendo ciò politicamente educato ed essendo (il parlarne) anche controproducente in termini di reazione, sia della pubblica opinione che, in genere, del corpo intermedio del partito. Questa premessa per dire che con Folino il tema della chiacchierata estiva ha riguardato soprattutto la prospettiva della sinistra italiana e lucana alla luce di Renzi, e la connessa valutazione, dunque, di ipotesi di scissioni a sinistra. D’altro canto, il deputato è stato assai prudente, o molto abbottonato, sui possibili, futuri organigrammi attinenti al Pd e al Csx lucano.
La Grande Ipotesi di Pacificazione a Lungo Termine in PdBas si fonda, invece, proprio su un sofisticato organigramma in prospettiva 2018 ed esclude uno scenario di scissione, almeno per buona parte dei “generali” Pd.
Il primo, e fondamentale, punto è che Marcello Pittella non si ricandiderà per un secondo mandato alla Presidenza della Regione e punterà nel 2018 ad un seggio parlamentare. Pittella oggigiorno vuol dire anche, e soprattutto, Gianni l’Europeo. Per Gianni è difficilmente ipotizzabile un quinto mandato al Parlamento Europeo ma l’esperienza ed il prestigio acquisito lo rendono probabilmente spendibile per altri incarichi politici in Europa.
Allora, chi sarebbe in questo scenario il candidato ufficiale del Csx alla Presidenza della Basilicata?
La Pacificazione a cui starebbero pensando i Pittella, ma non può certo mancare un’interlocuzione con Renzi su una scelta così importante, ruoterebbe intorno ad un clamoroso rientro di Folino nel Pd, dalla porta principale, direttamente verso il ruolo di Governatore, magari transitando per un incarico politico di partito di primo piano.
Una Grande Ipotesi di Pacificazione in PdBas fondata su questo schema è, ovviamente, passibile di mandare la colazione di traverso a più d’uno, tra i Renzian-Pittelliani e tra i Sinistri-Dem. Eppure, si deve ammettere, la cosa ha una sua logica politica interna.
Pittella, con il fianco sinistro così scoperto, non potrà che continuare a soffrire nell’azione di governo che, per la verità, finora non ha lasciato eredità politiche memorabili. Se vogliamo, è lo stesso problema che ha Renzi a livello nazionale ma qui in Lucania la logica cooptativa e unitaria è più radicata e, inoltre, come scrivo da tempo, i Pittella, al netto della retorica gladiatoria, sono stati storicamente parte integrante del discusso Sistema Basilicata.
Dal punto di vista di Folino, il ragionare su questa Ipotesi di Pacificazione è il segno di un sostanziale scetticismo sulla possibilità di ampi spazi politici per una sinistra di governo fuori dal Pd. In fondo, va ricordato, Folino non nasce D’Alemiano o Bersaniano ma Migliorista e nella dialettica interna al PCI i miglioristi furono sempre attenti al problema del governo (io direi pure troppo!) e sempre molto preoccupati dalle fughe verso difficili alternative perorate, soprattutto nella sua ultima fase di direzione, da Enrico Berlinguer.
Certo, come si dice, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e questo scenario si basa su tanti se e diversi ma, a partire dalla stabilità del governo nazionale e di Renzi, tutta da verificare sul campo fin dalle prossime settimane. Un altro punto di debolezza è che si tratterebbe di un potenziale accordo tra grandi vecchi lucani, che taglia fuori i “giovani rinnovatori”. Infine, e questo forse è il punto politico più delicato, non è chiaro in questa Ipotesi di Pacificazione di PdBas quale ruolo giocherebbero i cattolici popolari, oggettivamente relegati in ambiti più marginali.
Personalmente, nella chiacchierata estiva di Pietrapertosa, avevo detto a Folino che nel futuro lo avrei visto bene in un ruolo di allenatore non giocatore piuttosto che in quello di protagonista in (o con!) prima persona.
Inoltre, avevo aggiunto che vedevo difficile, e forse anche non fruttuosa, la convivenza a livello nazionale con il flebile riformismo di Renzi e, a livello lucano, con il riformismo assai poco strepitoso di Pittella. A discolpa di Folino dico, però, che io mi sono (parzialmente) moderato solo in vecchiaia e che, soprattutto, non sono mai stato un Migliorista!