La data delle regionali in Basilicata, tra giureconsulti e politicanti

Alla fine la data fu fissata: in Basilicata, per le regionali, si voterà il 26 maggio 2019, in concomitanza con le elezioni europee. Salvo sviluppi. Ma per ora, i futuri sviluppi, o se si preferisce gli ulteriori garbugli, cioè le interazioni della giunta regionale con il governo nazionale e con il Ministro dell’Interno per eventuali iniziative su date più ravvicinate, lasciamoli da parte.

Invece, e come al solito, proverò ad evitare la trappola dei dibattiti pseudo-tecnici, in questo caso pseudo-legali, per delineare il significato politico di questa scelta di Franconi-Pittella-Polese-Valvano. Naturalmente, non intendo qui sminuire il dibattito tra illustri giureconsulti, locali e meridionali, che ha nobilitato le scelte ed appassionato le discussioni. Alcuni-e mi hanno detto: ma come ti permetti di assumere questo atteggiamento relativista sulle norme e sulle regole? La Democrazia, la Costituzione, la Libertà…… In verità vi dico, state calmi e tirate un respiro profondo: questa scelta, o l’alternativa di elezioni convocate per il 20 gennaio, sono scelte eminentemente politiche, certo dentro un quadro dato di regole. La ragione di fondo è nella ambiguità della formulazione legislativa, che infatti ha consentito scelte differenti a regioni differenti. Ambiguità, o flessibilità nell’interpretazione delle norme, che in fondo, fino a pochi giorni fa, avevano fatto pensare a Franconi ed associati alla data del 20 gennaio, ma con annessa supplica a Salvini di decidere lo spostamento a febbraio, assai desiderato per ragioni politiche ufficiose, rispetto alle ragioni ufficiali di ordine pubblico.

Fatta questa premessa, ora sono legittimato a dedicarmi ad una breve riflessione politica. Il rinvio è fortemente gradito ai consiglieri di maggioranza, assai incerti sulla probabilità di rielezione, ed alle vedove di Marcello Pittella, che nel rinvio vedono aperta la possibilità di lavorare per la ricandidatura alla presidenza del leader. Entrambe queste motivazioni, comprensibili sul piano umano e su quello delle personali aspirazioni, gettano un altro macigno sulle probabilità di vittoria del centrosinistra alle prossime regionali, siano esse a febbraio o a maggio. Dunque, sempre restando alla politica, si può dire che in questa vicenda siamo stati stretti tra giureconsulti e politicanti. Sempre con toni aulici anche da parte di questi ultimi, beninteso.

Ad oggi, ed a meno di disastri nazionali nei prossimi mesi, i grandi favoriti alle elezioni regionali sono il Centrodestra ed il Movimento 5 Stelle. Io vedo leggermente favorito il Centrodestra, ma in quanto a tendenze Tafazziane nemmeno lì si scherza, per cui la partita resta apertissima. Gli esponenti di questi due schieramenti schiumano rabbia e indignazione per la scelta della Franconi eppure, fossi in loro, io la ringrazierei per l’autostrada politico-elettorale che gli ha aperto!

L’indecente teatrone sulla data delle elezioni ha mostrato come attualmente esista un aggregato di potere, più liquido che solido, nel Pd, ma senza capacità ed autorevolezza di leadership politica.

Io, a questo punto, con elevata probabilità, mi prenderò il sacchetto di popcorn, come d’uso in questi tempi, e assisterò sereno al crollo del muro di Potenza ed al collasso del centrosinistra lucano.

In effetti, forse era stato illusorio pensare che senza una demolizione in grande stile del grumo di potere esistente, fosse possibile ottenere un energico rinnovamento.

Antonio Ribba

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