La Basilicata non esiste, e da tempo. Inutile girarci intorno o continuare a giustificare il premier Renzi che nel suo tour meridionale snobba la nostra regione. In Italia abbiamo lo stesso peso che ha la Grecia in Europa (cit).
Qui la bellezza dei luoghi o la generosità delle persone non c’entrano niente. Siamo semplicemente irrilevanti nelle politiche nazionali, e troppo pochi e troppo poco ricchi per contare qualcosa. È un dato di fatto. La colpa non è della politica locale. Siamo semplicemente un territorio da trivellare, indipendentemente da come la pensiamo in merito, lo ha pure affermato: “non mi farò intimorire da quattro comitatini”.
E oltre un anno fa fu ugualmente esplicito quando disse: “che senso ha un manifesto pubblicitario della Basilicata nell’aeroporto di Shangai?”. Tra l’altro oltre al raddoppio delle estrazioni di petrolio siamo”candidati” a deposito unico nazionale delle scorie nucleari. E lo Svimez in piena estate ha ufficializzato la tendenza allo spopolamento e alla desertificazione (sociale).
Davvero difficile aver fiducia in questo premier e in chi continua a difenderlo. Così come è difficile credere, visti i segnali, che la Basilicata voglia fare della cultura e del turismo il volano della propria economia.
Il problema è che oggi, in Italia, i politici non affrontano i problemi, fanno solo e continuamente dichiarazioni d’intenti. La politica è solo spettacolarizzazione. Solo proclami, chiacchiere. Nessuno si mette a lavorare per affrontare con costanza e tenacia i problemi.
Questo è lampante a Matera, dove non si risolve un problema che sia uno, dai rifiuti alla ZTL, partita solo nelle dichiarazioni ufficiali ma – a detta di tutti – non funzionante (se mai, si fa unMonastery e si eleva la crapiata a simbolo solenne di non so che cosa).
Il presidente Gladiatore, poi, la lotta dura e coraggiosa la fa nelle battaglie elettorali, ma una volta giunto nei posti in cui deve affrontare i problemi di tutti, ecco che diventa cordiale, sorridente, brillante e inconcludente dichiaratore.
Idem a livello nazionale. Io non appartengo al mondo della politica, lo osservo, con speranza. Una volta, gli Andreotti, i Craxi, gli Spadolini, i D’Alema facevano sporadiche, efficaci battute in mezzo a tanti discorsi seri e a tanta opera politica e legislativa. Oggi, i Renzi, gli Alfano, i Grillo sembrano tutti degli attori brillanti che devono divertire il pubblico pagante del teatro. Fanno a gara a chi fa la battuta o lo slogan più divertente.
Una volta erano di moda le detestabili camicie nere, oggi, sia a livello nazionale che locale, quelle bianche, copiate da Obama, possibilmente senza giacca né cravatta. Al bene comune non è dedicato altro sforzo: battute e camicia bianca, camicia bianca e slogan.
Caro Mola, probabilmente, come tu dici, la Basilicata non esiste. Però questa volta dobbiamo esultare, per aver scampato la ferragostana smitragliata di promesse improbabilissime provenienti dalla viva voce del premier, del tipo: faremo più estrazioni di petrolio in Basilicata, ma utilizzeremo tecniche innovative che purificheranno l’aria ed il terreno ove fossero stati inquinati dagli stabilimenti fino ad oggi. Come scarto del processo estrattivo, produrremo oro di cui il vostro sottosuolo è ricco e ne daremo un quintale a famiglia per anno.
Meglio che lo show del premier non abbia fatto tappa in Basilicata. Non dimentichiamo, caro Mola, che il nostro capo del governo è chiamato sinteticamente “premier cazzaro” o “rottamattore” da Dagospia e – in maniera ancora più ridimensionante – “Renzo” dal buon, vecchio Marco Pannella.
Sapete qual è il dramma? E’ vero:la Basilicata non esiste se non di nome. Di fatto è senza peso politico, demografico e culturale. Esistono, però, paradossalmente,Luongo, Braia, Antezza, Pittella, Speranza, Folino, Lacorazza,Viti, Margiotta, ecc. ecc…, cavalieri senza sella, principi senza trono, che, associati a capicorrente nazionali, vivono solo di potere per il potere, cioè di sé, per sé, per familiari e per clienti.Non fanno battaglie, ma rodei.Tutto qua.
Caro Mola, c’è poco da fare, ha ragione Dagospia, abbiamo un “premier cazzaro”. La storia della pubblicità della Basilicata a Shangai è una bufala.
http://www.ilquotidianodellabasilicata.it/news/cronache/728723/La-verita-sul-cartellone-a-Shanghai.html