“Per il modo in cui è stata congegnata, per le doppiezze che l’hanno contraddistinta, per i regolamenti di conti con cui s’è conclusa, l’ascesa di Marcello Pittella alla guida del governo regionale ha il sapore di certi cambi di guardia al Cremlino. Un esorbitante partito-Regione si fa macchina di potere, usa i propri uomini come pedine, tradisce la parola data senza spiegazioni. La cosa straordinaria, e solo in apparenza paradossale, è che la macchina del Pd cresce in potenza, man mano che perde i contatti con la società. Già da tempo ha smesso di identificarsi con la sinistra: parola da cui fugge, quasi fosse un fuoco che scotta e incenerisce. Già da tempo non si preoccupa di parlare in nome degli oppressi, degli emarginati, ed è mossa da un solo obiettivo: il potere nella Regione, attraverso la Regione. La governabilità che diventa movente unico, l’oblio della sinistra e della sua storia.
Questo svanire della sinistra è un fenomeno europeo diffuso, ma in Basilicata è particolarmente accentuato. Quel che è anomalo, nei connubi ideologici lucani, è il discredito profondissimo gettato sulla stessa parola sinistra, l’annebbiarsi della sua storia, del suo patrimonio, della sua vocazione alla rappresentanza. Altrove la sinistra classica, quella che dà voce ai deboli, possiede ancora uno spazio. Perfino laddove ha le tenebre alle spalle, come in Germania (la Linke è erede di un regime totalitario, nell’Est tedesco) non cancella d’un colpo quel che la lega alla società.
Della grande idea avanzata da Colombo, in Basilicata, negli anni Novanta – unire il solidarismo universalista cristiano e quello comunista – non resta che brace spenta.
Il Pd lucano stenta a mediare fra società e Stato. È degenerato in “cartello elettorale regione-centrico”; è parte della Regione anziché controparte; ha un potere che tanto più si dilata al centro, quanto più si sfilaccia il legame con gli iscritti, le periferie, la democrazia locale. Per questo l’odierno sviluppo partitocratico è solo in apparenza paradossale.
Pittella punta sulla propria lontananza dai giochi partitici, sul successo che gli hanno garantito le primarie e poi le elezioni. Ma quel che avviene vanifica la sua presunta diversità. Torna alla ribalta la politica, ma impoverita democraticamente. Tornano i partiti; mentre i cittadini coi loro rappresentanti stanno a guardare. Come meravigliarsi che la società si radicalizzi, quando è la realtà a farsi sempre più radicale?”
Questo pezzo che stiamo pubblicando qui su HyperBros non è originale: è un taglia e incolla dall’articolo tanto bello quanto discutibile di Barbara Spinelli, pubblicato oggi su Repubblica. In questo post si sono solo adattatati nomi e fatti alla realtà della Basilicata. Infatti, Barbara Spinelli parlava nel suo articolo di Renzi e della sua ascesa al governo sotto la spinta di un partito, il Pd, che si sta facendo Partito-Stato.
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