Lo abbiamo incontrato, dopo un breve inseguimento subito dopo la sua (discussa) nomina a direttore della Film Commission.
E ne abbiamo approfittato per parlare del giornalismo lucano e degli intrecci, a volte naturali a volte no, con il potere. Il “direttore” non si è sottratto alle domande più insidiose. Ci ha regalato pezzi della sua storia personale, e lo ha fatto con quella schiettezza, a tratti addolcita da un leggero velo di “doroteismo”. Non dimentichiamo che la sua è una figura ormai istituzionale. Gli abbiamo anche chiesto un mini editoriale sulle prossime elezioni politiche e…
Ah. Sì. Certo, abbiamo anche parlato delle prospettive della Film Commission sotto la sua guida.
Come di consueto, nei primi tre minuti, e a beneficio di chi non ha tempo di seguire l’intervista integrale, abbiamo condensato le risposte che riteniamo più interessanti. Buona visione.
Una intervista interessante. Non ho visto grandi segni di una conversione dorotea in tarda età del direttore. Semmai, si conferma una certa vocazione “Situazionista”. Come peraltro da autodefinizione di Leporace.
A proposito della Film Commission, Leporace sostiene, al minuto 2.08, che De Filippo “mi vide come persona giusta al posto giusto”. Ma allora perché organizzare una selezione per il ruolo di Direttore, se la decisione era già stata presa?
L’operazione De Filippo, che ha condotto in modo turpe la faccenda della nomina del direttore della film commission con un concorso finto e deciso giá dua anni fa, si completa con l’asservimento totale dell’informazione locale: a sostituire Leporace al Quotidiano, ruolo reso incomatibile dalla legge… sua moglie Lucia Serino. Hanno una faccia di bronzo, de filippo, leporace e la serino.