Il Fattore K e il Fattore M

Il grande giornalista Alberto Ronchey coniò alla fine degli anni 70 l’espressione “Il Fattore K” (Kommunizm), ad indicare l’elemento di blocco del sistema politico italiano rappresentato dalla presenza del più forte partito comunista occidentale. Il PCI, si argomentò, a dispetto del suo comunismo revisionista, dati i legami con l’Unione Sovietica, non sarebbe mai potuto andare al potere in un paese chiave dell’Alleanza Atlantica. In effetti, fino alla caduta del Muro e alla Bad Godesberg tardiva promossa da Occhetto, il PCI non andò mai al governo in Italia e la Democrazia Cristiana rimase per 45 anni il motore immobile di qualunque alleanza di governo.

Probabilmente, oggi, l’impossibilità del ricambio si ripropone in veste diversa, in termini di un Fattore M: Movimento 5Stelle. Il Muro, per il Movimento, è l’Unione Economica e Monetaria Europea, che non è altro che una grande alleanza, politica ed economica, nel cuore dell’Europa, sancita da Trattati lungamente preparati, in parte conseguenza di due guerre mondiali che hanno avuto origine in Europa e con Francia e Germania sempre su fronti contrapposti. Lo sbocco finale dell’Unione sarà uno Stato Federale Europeo di dimensioni e di rilevanza simile a quella degli Stati Uniti. È un processo difficile, pieno di errori e problemi, che potrebbe anche interrompersi temporaneamente, ma che tra 10 o tra 100 anni troverà una sua realizzazione. Cioè, è un processo storico di lungo periodo inesorabile. E se non capiamo questo, siamo testa che si pasce di vento.

Dunque, il processo potrebbe interrompersi, cioè l’UME potrebbe anche naufragare, ma ciò non accadrà perché lo desiderano Grillo e Di Battista o qualche onesto intellettuale italiano neo-populista. L’Italia è un grande paese, magari sarà pure vero che “non va più in Europa a prendere ordini”, come recita la vulgata Renziana, ma resta tuttora un paese con uno dei più alti debiti pubblici del mondo e privo della forza economica e, forse, soprattutto politica e morale per poter fare da sé. È manna dal cielo che la Banca centrale europea abbia deciso di mantenere fermi a zero i tassi d’interesse per almeno tutto il 2017, che poi, in sostanza, vuol dire che il governo italiano può finanziare i suoi debiti a un costo quasi nullo.

Prima o poi, però, questa condizione speciale del debito italiano finirà e a quel punto dovranno necessariamente finire anche tutte le chiacchiere dei nostri governanti: si dovrà cioè essere capaci di camminare da soli, senza avere più le spalle coperte dalla potenza di fuoco di Draghi.

Il Fattore M, se come io penso esiste, renderà semi-bloccato il sistema politico italiano almeno per i prossimi 10 anni. Data la simmetrica non spendibilità politica della Lega, questo potrebbe purtroppo costringere a coalizioni “innaturali” conservatori-progressisti, come oggi avviene in Spagna, in Germania e come potrebbe accadere anche in Francia nel 2017, in presenza di un ballottaggio presidenziale tra Marine Le Pen e il candidato socialista o, più probabilmente, conservatore.

Dunque, qualunque sarà il sistema elettorale approvato nei prossimi mesi, o il centrosinistra è in grado di formare una coalizione politica e programmatica che convinca almeno il 40% degli italiani, e oggi non pare proprio che questo possa farlo Matteo Renzi, oppure un governo con quel che resta di Forza Italia si renderà inevitabile nella prossima legislatura.

Il Movimento 5Stelle, se non sarà una meteora, dovrà seguire la medesima lunga marcia del PCI, che nel secondo dopoguerra formò una classe dirigente di prim’ordine nelle amministrazioni locali e fece notevoli esperienze riformiste di governo regionale. Ad un certo punto, le parole d’ordine rivoluzionarie (o reazionarie, dipende dal punto di osservazione) del Movimento si eclisseranno e solo allora, se non si sarà estinto, M5Stelle sarà maturo quale forza di governo del Paese.

3 Comments

  1. Caro Ribba
    Non vorrei sembrare troppo appariscente commentando con eccessiva frequenza i tuoi post, ma considerando che nessuno altro al momento lo fa, provo comunque ad animare la discussione con un mio pensiero.
    Come già in altre circostanze, condivido trovandolo molto realistico lo scenario politico che descrivi per il futuro prossimo dell’Italia, purtroppo. E dico purtroppo perché, per chi come me ha vissuto i 40 anni di democrazia bloccata in epoca democristiana, sa che la mancanza di alternanza al potere porta con molta più facilità all’allentamento dei controlli, alle rendite di posizione, più agevole corruzione e a tutti i restanti vizi nazionali. La cosa mi dà talmente fastidio che preferirei vedere subito al Governo il movimento 5 stelle, ammesso che loro vogliano governare realmente. Nel consenso crescente che vanno rastrellando soprattutto negli ambienti giovanili ma anche oltre, è mia impressione che si raccolgono semplicemente ed illusoriamente tutti i malesseri degli italiani. Con i no a tutto ciò che ha proposto e realizzato questo Governo, lasciano credere di avere soluzioni alternative per ogni problema. Quindi delle due l’una: se queste misteriose ricette saranno vincenti, finalmente ne vedremo realizzati gli effetti e saremo tutti felici; se al contrario per esempio non diminuirà in modo consistente la disoccupazione giovanile e generale (visto che i 600 mila posti del precedente Governo sono insignificanti), se il Pil non migliorerà ben oltre l% visto che tutti in Europa fanno meglio, se emergeranno personalismi e lotte di potere con espulsioni di massa di dissidenti come nella presente legislatura, se sapranno affrontare in modo adeguato l’enorme problema immigrati, se riusciranno a farsi sentire in Europa meglio dei predecessori, se ci diranno finalmente cosa pensano dell’Euro senza rinviare a referendum che sanno essere incostituzionali e non percorribili, e via dicendo tante altre cose, allora tutti capiremo trattarsi di grande illusione e grande bluff e la democrazia si sbloccherebbe. Quindi prima o poi le loro credenziali vanno verificate ed io dico meglio prima che dopo, costi quel che costi.

  2. Caro Luciano, ti ringrazio per il commento. Il post è volutamente intempestivo e molto realistico, oppure è semplicemente sbagliato, e per la prima volta da tempo non è stato rilanciato da nessuno su twitter. Ma non si possono sempre scrivere post per le opposte tifoserie.
    La seconda (ideale) parte di questo post dovrà essere dedicata agli scenari che si aprono a sinistra in conseguenza del semi-ritiro di Matteo Renzi: mi dimetto ma sono pronto a chiedere la fiducia ai simpatizzanti Pd per un altro mandato a partito e al governo.
    Ma per questo nuovo post c’è tempo.

  3. Mi chiedo se proiettando la stessa logica nel piccolo orticello nostrum non si possa ormai largamente parlare di fattore T

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