Premessa
Personalmente non sono contrario al suicidio assistito. Quando l’encefalogramma è quasi piatto, inutile accanirsi con terapie, è meglio staccare la spina. Il Pd ed il centrosinistra lucano sono pericolosamente vicini a questa condizione di irreversibilità. Dunque, in questo post intendo fare una valutazione dello stato dell’arte in vista delle regionali, proporre qualche semplice calcolo di aritmetica politica e, infine, avanzare qualche proposta. Darò priorità al Pd ed a quanto si sta muovendo nell’area Lacorazza, date anche alcune novità delle ultime ore. Ciò in quanto i nodi (o diciamo meglio, il nodo) vanno sciolti in via preliminare nel Pd. Invece, al cantiere civico promosso da Speranza e da LeU dedicherò un prossimo post.
Marcello Pittella is back ed è una autentica sciagura
Con l’avvicinarsi del pronunciamento della Cassazione, è tornata la voglia, se mai fosse davvero passata, a Marcello, a Mario, a Livio ed a qualche altro intimo della cerchia ristretta, di riproporre Pittella candidato alla presidenza della regione. Chiaramente, Marcello, nel caso, sarebbe il candidato di una mini-coalizione includente il Pd, il Partito socialista e qualche variopinto cespuglio centrista. Certo, una lista o due di fedelissimi della società civile non potrebbe mancare all’appello. Si sancirebbe così la rottura del centrosinistra. Con quali prospettive? Ne parlo più diffusamente dopo, nella sezione di aritmetica politica.
In realtà, anche un bambino capisce che, politicamente parlando, questa ricandidatura di Pittella non sta né in cielo né in terra. Né rientra nel novero delle cose fattibili. Per dirne solo una importante, la presentazione delle liste e delle candidature per le regionali dovrà essere vidimata comunque da Martina, così ha stabilito la Commissione Statuto del Pd, e la posizione di Martina è chiara fin dal luglio scorso: no alla ricandidatura di Pittella alla presidenza della Regione. Uno dice, vabbè, ma Marcello è pur sempre un fedelissimo di Matteo Renzi. Niente da fare, Renzi non pervenuto. Ho continuato a cercare una posizione pubblica, di natura politica, di Renzi in favore di Pittella, dopo l’inizio delle sue sfortunate vicende giudiziarie, ma niente, non sono riuscito a trovare nulla. E considerando che Renzi in silenzio non ci sta proprio stare, segue che due + due fa sempre quattro.
Ma lasciando da parte gli sbarramenti nazionali, e al netto del pronunciamento della Cassazione (che, per chiarezza, io mi auguro sia favorevole alla restituzione della piena libertà per Pittella), quale sbocco politico-elettorale avrebbe la candidatura di Pittella alla Presidenza? Data la inevitabile rottura nel centrosinistra, Speranza ed il suo cantiere civico correrebbero da soli, probabilmente con l’aggregazione di una lista promossa da Lacorazza, il Pd ed i suoi satelliti arriverebbero terzi (o addirittura quarti). Con le regole del gioco in vigore, Pittella non entrerebbe nemmeno in Consiglio regionale e la sua coalizione eleggerebbe da un minimo di due ad un massimo di tre consiglieri regionali. Un allegro disastro.
Un po’ di semplice aritmetica politico-elettorale
A questo punto, è opportuno qualche calcolo. Come ognuno sa, il Movimento 5 Stelle ed il Centrodestra, se correrà unito, sono largamente favoriti in queste elezioni regionali. Il M5S è in caduta nelle tendenze nazionali ma dovrebbe stare almeno intorno al 30% alle regionali lucane. Il centrodestra, invece, è meno forte localmente ma d’altro canto grazie al traino nazionale della Lega ha il vento che soffia forte nelle sue vele. È, dunque, di lapalissiana evidenza che, a fortiori se il centrosinistra si spacca, o vince l’uno o vince l’altro. In ogni caso, sempre con il centrosinistra spaccato, il Pd e suoi alleati arrivano terzi e la coalizione di Speranza arriva quarta. O viceversa, scambiando di posto il terzo e il quarto, ma mai come in questo caso, cambiando l’ordine degli addendi il risultato (politico) non cambia.
Questa è ancora una premessa ai calcoli, che ora arrivano. Supponiamo che la coalizione di Pittella ottenga tra il 15 e il 20% e che la coalizione di Speranza sia ugualmente tra il 15 e il 20%. Grande ottimismo, come si vede, ma quanti consiglieri otterrebbero queste due coalizioni? I vincenti prendono 12 seggi (in ipotesi ragionevole che il vincente stia sopra il 30%) e, dunque, restano 9 seggi da assegnare. Poiché anche i secondi classificati sono stimati intorno al 30%, conseguono tra i 4 e i 5 seggi. A questo punto, la inesorabile matematica stabilisce che al Pd + satelliti ed a Speranza e alle sue liste vanno i restanti 4-5 seggi. Ovvero 2-3 seggi a Marcello ed alleati e un paio di seggi alla coalizione promossa da Speranza. Significa che dei 12 consiglieri attuali del centrosinistra (più Romaniello) ne sopravvive un pugno di valorosi. Gli altri a casa. In pratica, sarebbe “sicuro” un eletto in provincia di Potenza ed uno in provincia di Matera per entrambe le coalizioni. Il trionfo della stupidità politica, diciamo. O, se si preferisce, appunto un suicidio assistito del centrosinistra.
Uno dice, stai sottostimando la forza elettorale di Pittella. Va bene, allora portiamo il dato del Pd + piccoli satelliti al 25-26%. È un dato secondo me irraggiungibile (con la divisione della coalizione), ma stiamo pure al gioco. Bene, con un risultato così “positivo” la coalizione Pittella si garantirebbe solo il terzo consigliere. Diciamo due eletti in provincia di Potenza ed uno in provincia di Matera. Un successone, senza ombra di dubbio.
E Lacorazza cosa fa?
Lacorazza il 14 novembre, nel corso dell’assemblea degli aderenti alla sua area politica, presenterà ufficialmente la sua lista e concorrerà alle elezioni regionali in entrambe le province. Da quel che mi risulta, sarà una lista competitiva, potenzialmente in grado di raggiungere il 6 – 8% del consenso su base regionale. Ci saranno alcuni sindaci ed ex sindaci, mescolati ad esponenti della società civile. Per fare solo un nome, della provincia di Matera, sarà candidato Di Trani, ex sindaco di Pisticci. Ma ci sono almeno un altro paio di sindaci attualmente in carica, tra Matera e Potenza, che sarebbero pronti a correre.
Con quale coalizione correrà la Lista Lacorazza? Al momento, 35% di probabilità di correre da solo, il restante 65% in parti uguali ripartito tra centrosinistra unito e tra coalizione Speranza.
Quindi, una importante novità dell’ultima ora è che Lacorazza si fa una propria lista e che, soprattutto, potrebbe correre da solo. Avrebbe senso questa scelta? Sul piano politico (in ottica di battaglia per la vittoria), secondo me, non molto ma sul piano della personale strategia elettorale, (puntare all’elezione in Consiglio) purtroppo sì. Una corsa solitaria è consentita dalla soglia piuttosto bassa prevista dalla legge elettorale e, come ovvio, dal calcolo di poter superare il 7%. Con 15 consiglieri eleggibili nella quota proporzionale, il 7% ottenuto da una lista garantisce in effetti la cifra elettorale necessaria per eleggere un consigliere. Ovviamente, anche in caso di corsa da candidato presidente, Lacorazza sarebbe ugualmente candidato in lista nella provincia di Potenza.
Fatto è che se Piero balla da solo, il centrosinistra, anche unito, ha scarse probabilità di arrivare primo nella corsa. Invece, nel caso i poli siano cinque, la logica della distribuzione ai perdenti cambia poco: due o tre seggi a Pittella e amici; 1 seggio a Lacorazza; 1 seggio alla coalizione civica di Speranza. In ogni caso, sempre un allegro disastro per il fu centrosinistra.
Che fare? E soprattutto cosa dovrebbero fare i parlamentari del Pd, De Filippo e Margiotta?
Dato il quadro desolante che si è delineato in questo post, è politicamente chiaro che il problema più urgente, ed anche preliminare, è quello di sgombrare il campo, una volta per tutte, dalla ipotesi di ricandidatura di Marcello Pittella alla Presidenza della Regione Basilicata. Con le buone o con le cattive. Con le buone, che se nell’uomo c’è ancora un residuo di lucidità politica, sgombra da solo il campo dalla sua candidatura. Con le cattive, che se invece la lucidità in questo momento delicato latita, occorre un rapido pronunciamento ufficiale degli organismi dirigenti locali del Pd, senza inutilmente attendere il successivo, sicuro, stop nazionale.
Io ritengo che ci sia oggi una netta maggioranza negli organismi dirigenti del Pd lucano contraria all’ipotesi Pittella candidato Presidente. Ma, d’altronde, si sanno anche due cose sugli esseri umani: che c’è chi di tattica, non di rado, finisce per morire; inoltre, e non necessariamente in alternativa, che se il coraggio uno non ce l’ha etc. etc..
Tocca ai parlamentari, Vito De Filippo e Salvatore Margiotta, per prestigio della carica e per ruolo politico ricoperto, prendere una chiara, e mi auguro se necessaria, pubblica posizione, contro la proposta di ricandidatura di Pittella. Poiché Gianni Pittella passa per persona politicamente intelligente, darei per scontato sia consapevole dell’impossibilità della corsa di Marcello, darei però altrettanto per scontato che l’affetto familiare faccia velo alla possibilità di una sua iniziativa. Il che, di passaggio, conferma la indesiderabilità della diffusione delle cariche politiche a livello familiare.
Margiotta e De Filippo si possono criticare per diversi e validi motivi, uno su tutti è che se il centrosinistra in Basilicata è in coma, qualche rilevante responsabilità politica devono avercela avuta pure loro. Ma è indubbio siano due politici e che, dunque, abbiano ben chiaro che se non si libera il campo dalla presenza di Pittella, la condanna alla sconfitta è certa. Potrebbero, i due star facendo altri calcoli, per esempio che sia meglio evitare uno scontro frontale con la pur sempre potente famiglia Pittella, mandandola così serenamente a schiantarsi da sola contro il muro? Ovvero, che non valga la pena battagliare perché si dà comunque per inevitabile la sconfitta, perfino con un centrosinistra unito? Attribuisco una bassa probabilità a queste ipotesi, che pure circolano nel Pd lucano, per una semplice ragione: sarebbero logiche, e tattiche, da politici di basso livello ed io non credo che i due lo siano. Comunque, su questo e su altro, si avrà a breve modo di verificare.
Ma una volta azzerata l’ipotesi del Pittella bis, come si procederà? Restando alla politica, azzerata questa ipotesi, sarà stato lanciato un segnale importante ai diversi lavoratori impegnati nei vari cantieri aperti. Il segnale, cioè, che di lì in avanti si punterà seriamente alla unità di tutto il centrosinistra. E una volta giunti a quel punto, trattandosi pur sempre di un gruppo di uomini di mondo, un accordo ed una soluzione si troveranno.
Antonio Ribba