“Raffaele Tantone, esponente del Psi di Basilicata, analizza luci e ombre delle riforme intraprese dai governi regionali negli ultimi anni e lamenta il grave ritardo su altri fronti riformisti. Alla luce di questi limiti e ritardi, Tantone denuncia la sudditanza del Partito socialista nei confronti di Pittella.”
Nel piattume politico agostano caratterizzato da quelle che il prof.Ribba chiama le “interviste allo statista del giorno”, tutte concentrate sul “chi” invece che sul “che cosa” serva alla Basilicata, ho ritenuto di affidare alle pagine del blog hyperbros.com alcune considerazioni sul ruolo dei riformisti nella Lucania di oggi.
Quello di chi scrive è un grido di dolore rivolto ai socialisti, affinche si occupino di politica, liberandosi da quella che sembra una sindrome di Stoccolma nei riguardi del Pd, che ci spinge a copiare l’inesistenza di sedi ove parlare dei problemi, perseverando nella mancata convocazione degli organismi e nella messa al bando della minoranza interna o semplicemente di chi dissente o fa notare le cose che non vanno nel governo regionale.
Perché il socialismo è dissenso, tutela delle minoranze e della diversità, è follia di provare a realizzare l’impossibile, mentre il silenzio e la rassegnazione, le spallucce alzate di fronte ai compagni che se ne vanno, rappresentano quanto di più lontano vi sia dai nostri ideali.
Per questo chiedo a chi ha l’onore di rappresentare il partito nelle sedi politiche ed istituzionali, di ristabilire un clima interno che aiuti i compagni a fare politica ed a occuparsi del futuro, per lavorare da subito all’organizzazione di una conferenza programmatica, che non sia un passaggio liturgico e di facciata, come le feste dell’avanti di questi giorni, ma che possa costituire un evento in cui nel futuro diremo “io c’ero quel giorno del nuovo inizio”.
“Un nuovo inizio” che certamente troverà forza nei ruoli di governo, perchè la conquista di un assessorato non è il fine, ma bensi il mezzo attraverso cui i socialisti intendono contribuire al progresso economico e civile della Basilicata, ed è con tale spirito che quasi 4 anni fa, insieme a tanti compagni abbiamo presentato una mozione al congresso regionale, incentrata su Ambiente, Lavoro e Sviluppo, dove dicevamo chiaramente quali fossero le riforme da fare.
In particolare sostenevamo fosse necessario rivedere i controlli e le quantità di petrolio estratte, chiedevamo la fusione di Agrobios ed Arpab, la creazione di un super ente dell’acqua e dei rifiuti, la creazione di un’agenzia Agroforestale e la creazione di un’agenzia unica per il lavoro.
A distanza di tempo, prendo atto che alcune di queste riforme sono state poste in essere, anche se spesso per intenti ragionieristici piuttosto che all’interno di una chiara strategia riformista e lungimirante, ed i limiti si vedono tutti.
Di fatti l’Arpab ancora non funziona, sul versante idrico e rifiuti, invece di unire Acquedotto e Societa energetica abbiamo accorpato due enti che non funzionavano come le Ato acqua e rifiuti, riproducendo la stessa mancanza di democraticità e di compartecipazione alle scelte che quegli enti hanno in nuce.
L’Agenzia Agroforestale è ancora in divenire, mentre l’agenzia unica per il lavoro soffre anche dei limiti e delle competenze che attanagliano l’Agenzia nazionale per il lavoro, da ultimo vi è il caso dei consorzi industriali.
Il caso dei consorzi è emblematico delle riforme alla lucana, poiché si pretende di accorpare le Asi senza dotarsi di una politica industriale, senza chiarire quale ruolo ad esempio la regione Basilicata intende avere nella societa Tecnoparco Spa, attore anfibio del mercato poiché di proprieta per il 40% del consorzio di Matera.
Un non luogo economico dove i soldi per adeguare gli impianti li mette la Regione, ma i profitti rimangono ai soci privati o a società che in esclusiva e senza alcuna gara pubblica, lucrano commissioni per il conferimento di rifiuti in un impianto parapubblico.
Sul punto anche alla luce delle inchieste, ricordo che come Psi, alle assemblee provinciali di maggio scorso, avevamo approvato una mozione (che si è persa nella nebbia) dove chiedevamo di audire in consiglio regionale i vertici di Tecnoparco, ad ogni modo non si comprende come il rinnovo delle Autorizzazione integrata ambientale possa avvenire nel silenzio delle forze politiche e di governo, da socialisti avevamo chiesto di guardare in faccia alla realtà, e quindi di adeguare l’impianto alle migliori tecnologie, anche perchè ci stiamo accingendo a raddoppiare la produzione di idrocarburi ed i rifiuti petroliferi da qualche parte andranno pure smaltiti.
Da ultimo e solo per stare al primo punto dedicato ai temi ambientali, vi è un piano rifiuti da aggiornare a più di 10 anni dall’ultimo piano che pure non è servito ad un granchè, su questo tema vi sono esperienze virtuose, ma badate bene sono state realizzate dagli amministratori locali che hanno fatto il contrario di quanto gli chiedevano le amministrazioni regionali, ed è proprio dai territori che bisogna ripartire, perché le riforme imposte dalle scrivanie dei superburocrati lasciano il tempo che trovano.
In conclusione, la Basilicata ha un grande bisogno di socialismo, il nostro compito è riscoprire la storia e le esperienze dei giganti del passato, su tutti quella di Rocco Scotellaro, per ricostruire anche culturalmente una spinta al cambiamento realmente popolare e che rifugga dall’attuale immobilismo burocratico.
Raffaele Tantone
PSI Basilicata