ROMA – Sono stati pubblicati nei giorni scorsi interessanti dati sul tasso di presenza dei parlamentari alle votazioni elettroniche, in Aula. I dati completi, a cura di Openpolis, si riferiscono ai primi mesi della nuova legislatura e sono stati pubblicati sul sito dell’Espresso, in due tabelle distinte per deputati e senatori. Alleghiamo i link alle tabelle in coda a questo post.
Ovviamente, la produttività dei parlamentari è colta in modo assai imperfetto dalla presenza alle votazioni, essendo l’attività complessiva data dal lavoro nelle commissioni, dalla presentazione di interrogazioni e proposte di legge e così via. Certo, una correlazione tra questi diversi aspetti dell’attività di sicuro esiste: improbabile, per fare un esempio, che un parlamentare quasi sempre assente in aula sia poi attivo nelle commissioni o nell’attività ispettiva.
I dati pubblicati dall’Espresso mostrano che i 13 parlamentari lucani, 6 deputati e 7 senatori, sono, in media, molto produttivi, cioè sono molto presenti in aula nel corso delle votazioni. Alcuni hanno il 100% di presenza ed altri, in effetti, sono molto vicini a quel dato. In particolare, tra i deputati, Maria Antezza e Vincenzo Folino del Pd, con Cosimo Latronico del Pdl e Mirella Liuzzi di 5 Stelle hanno il 100% di presenze (se poi vogliamo essere pignoli, Folino è stato assente in 1 votazione su 72, ottenendo “solo” il 99% di tasso di presenza). Tra i senatori, ottimi risultati sono ottenuti dai Pd Fattorini e Margiotta, con il 96% (in concreto vuol dire una sola assenza su 24 votazioni), da Tito Di Maggio di Scelta Civica, sempre con il 96%, e da Viceconte del Pdl con il 92%.
Quindi, 8 parlamentari su 13 hanno tassi di presenza alle votazioni superiori al 90%. Vediamo ora qualche risultato meno brillante. Vito Petrocelli, senatore del movimento 5 Stelle, è stato assente in 6 votazioni su 24, ovvero ha il 75% di presenze. Risultato discreto ma non certo eccezionale. Note ancor più dolenti vengono dai due parlamentari di Sel: Barozzino ha poco più del 70% di presenze e Placido, con il 65%, si è assentato ad una votazione su 3. Logica elementare suggerisce che è dura conciliare il mestiere di Sindaco di Rionero con il ruolo di deputato. Dunque, perché non provvedere rapidamente, al di là di ogni arzigogolo interpretativo delle norme sulle incompatibilità degli incarichi Sindaco-Parlamentare?
I numeri più deludenti riguardano, però, i due big lucani, Bubbico e Speranza. Il capogruppo Pd alla Camera è stato assente nel 38% delle votazioni in aula (ha mancato 27 votazioni su 72). Se ne inferisce che Roberto Speranza deve avere molta fiducia nella capacità di autogestione del gruppo Pd! Invece, nel caso di Filippo Bubbico si va al 58% di presenze, cioè il viceministro dell’Interno è stato assente in quasi metà delle votazioni che si sono svolte al Senato in questi primi mesi di legislatura. Certo, va sottolineato che spesso si è trattato di assenza per missioni. Tuttavia, per comparazione, mi sono andato a guardare i dati di presenza della mia amica Cecilia Guerra, docente di Scienza delle Finanze all’Università di Modena e Reggio Emilia, e viceministro del Lavoro: in questo caso siamo al 40%, circa, di presenza. Dunque, sembra che anche qui la conclusione sia chiara: è difficile garantire una buona presenza nelle aule parlamentari esercitando al contempo delicati incarichi di governo. Questione di sostanza più che di forma.
In ogni caso, vedremo nei prossimi mesi come evolveranno i dati di presenza. L’attenzione della pubblica opinione è fondamentale per stimolare comportamenti e scelte virtuose e, di conseguenza, io sono pronto a scommettere che nelle prossime rilevazioni di Openpolis, o di altre associazioni, troveremo che il rendimento scolastico dei deputati e dei senatori, che attualmente sono un po’ più indietro nello svolgimento dei compiti istituzionali, sarà probabilmente, e sempre in media, migliorato.
Ecco i link alle tabelle pubblicate sul sito dell’Espresso.