E’ difficile per un ex comunista lucano scrivere di Emilio Colombo. Negli anni settanta ricordo un suo comizio a Matera, non era un oratore trascinante, e ad un certo punto egli dice “qualche giorno fa ho visto un cartello con la scritta: Colombo il tuo posto è tra i ladri”; a quel punto un gruppo di disgraziati, giovani comunisti si mette ad urlare, con sarcasmo: “sììì” ed applaude entusiasta alla frase. Si sfiora la rissa in piazza ma Colombo richiama i suoi sostenitori alla moderazione ed alla tolleranza, affermando: “se aderenti alla DC si comportassero così con gli avversari politici, io ne chiederei l’espulsione dal partito”.
Insomma per noi giovani di sinistra, all’epoca, Emilio Colombo era l’emblema del malgoverno della Democrazia cristiana. Ma ormai, e già da molti anni, questo giudizio si è drasticamente modificato, non foss’altro perchè questo grande politico lucano si collocò dalla parte giusta della storia, appunto, al contrario dei comunisti.
Ha avuto una notevole visione europea, forse uno dei leader democristiani più europeisti. Anche in questo caso, con una visione più profonda dei processi storici rispetto agli antagonisti degli anni 60 e 70, sia di sinistra che di destra.
Ha fatto molto per la modernizzazione della Basilicata, senza dubbio. Tuttavia, in queste ore si rischia di eccedere nella retorica e, dunque, saranno con più lucidità i posteri a stabilire se, nel caso di Colombo, si sia trattato di vera gloria.
Certamente imperdonabile è stato il suo approccio ultra-clientelare e paternalista alla gestione della spesa pubblica. Putroppo, i suoi tardi epigoni lucani, e questa volta provenienti anche dalla sinistra, ne hanno ereditato i difetti di approccio alla politica ed alla gestione della cosa pubblica, senza tuttavia possedere la sua anima di statista.
Monopolizzò per mezzo secolo la vita politica lucana. Fu una specie di Nitti democristiano, senza scrupoli nell’espellere dal suo partito chi la pensasse diversamente. In Basilicata non poté esistere una sinistra democristiana. Il suo motto: Chi non è con me è contro di me. Però fece in modo che la Basilicata fosse una regione italiana e contasse nel concerto nazionale. Quanta differenza rispetto alle comparse di oggi! Come è scomparsa, dopo di lui, la nostra regione!
Guai a dirne male. Oggi una persona che rispetto mi ha detto, spero fraintendendomi, che “certe cose se hai le palle dovevi dirle in vita”. Ci sono rimasto un po’ maluccio.
Non conoscevo personalmente Colombo, se non per le sue gesta, e per gli spifferi che accompagnano inevitabilmente le personalità importanti come la sua.
Un po’ mi spiace anche fare paragoni fra classi politiche vissute in epoche diverse. E quindi, fra uomini coi loro difetti ed inevitabili pregi. Quanto bene o quanto male hanno fatto alla nostra microscopica terra, quanto hanno influenzato quello che siamo oggi, quanto potremmo essere migliori (o peggiori) di quello che siamo oggi?
Mi ronza in testa un pensiero. Anche lui come ognuno di noi, ha recitato una parte da testimone di uno spicchio di tempo, interpretata così come la pubblica opinione da un lato, e i nostri finanziatori del dopoguerra dall’altro, esigevano.
E’ vero, il suo lascito è evidente nei modi della gestione del consenso, ancora oggi. E chissà per quanto tempo ancora. Ma altri prima di lui, forse ancora più “grandi” lo hanno ispirato a sua volta. Come spesso accade, non so dove voglio andare a parare, però sentir parlare una persona come lui, d’altri tempi, mi sarebbe piaciuto. E con Foschino, siamo stati lì lì per riuscire nell’impresa, proprio il mese scorso, di registrare un’intervista della serie “Lucani a Roma”. Non ci siamo riusciti, un vero peccato.
A me invece sembra che il problema sia opposto: alla scomparsa dell’uomo la tendenza diffusa è verso la magnificazione delle virtù. Nel caso di Colombo, poi, trattandosi di figura politica di rilievo assoluto, si va direttamente alla beatificazione.
Quindi, ben venga qualche nota più critica e dubbiosa.
Come ha sottolineato Caserta, Colombo fu un capo-corrente spietato all’interno della Democrazia cristiana. Se invece si dipinge un’epoca antica di puro scontro tra visioni, in cui giganteggiò lo statista Colombo, non si riesce a comprendere il decadimento attuale della politica lucana.
Naturalmente, la difficoltà nel trovare i toni giusti da parte degli ex-Ds, ex-PCI è ben comprensibile. Così, capita pure di dover leggere ricostruzioni piuttosto fantasiose, appunto ad opera di ex comunisti, in termini tanto di analisi che di fatti storici, dell’attività di Colombo da Ministro del Tesoro. Ricostruzioni che mirano a mostrare quanto bravo il nostro statista fosse rispetto ai tecnici-politici di oggi.
E’ chiaro che con queste premesse analitiche si va verso il più totale continuismo politico in questa regione. Beninteso, per quel poco tempo che resta ancora a questa regione.
Mi permetto di aggiungere al coro di chi non passa direttamente alla beatificazione del personaggio, come dice Antonio, il contributo di barbadillo: http://www.barbadillo.it/il-ritratto-con-emilio-colombo-se-ne-va-linterprete-del-sud-immobile-e-stagnante/