Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo le riflessioni su alcuni fatti e dibattiti di attualità in regione Basilicata, nate dalla penna di un affezionato lettore di questo blog, Luciano Di Palma, ex medico ospedaliero in pensione. Buona lettura.
Così in genere vengono liquidate le lamentele che periodicamente partono da Matera e così sembra accadere nei palazzi regionali per questa novità che ha lasciati stupefatti tutti o quasi i materani me compreso: la diretta RAI del 31 dicembre si trasferisce a Potenza. Poiché credo ci sia ben altro a fondo di queste scelte, ho provato a esaminare qualche fatto alla radice del dualismo esistente in questa regione, non semplici opinioni, e mi piacerebbe che altri mi segnalassero se sbaglio dove sbaglio.
- Esistono due capoluoghi molto vicini per peso demografico (circa 67000 PZ e 61000 MT), ma non per peso politico che è nettamente a favore della prima; infatti PZ può contare su una provincia di dimensioni doppie, quindi di rappresentanza doppia e costante maggioranza decisionale. Va aggiunto che negli anni ha inciso anche la qualità dei politici espressi con la loro autorità, a cominciare da Emilio Colombo, dominus incontrastato per mezzo secolo in questa piccola regione.
- La supremazia potentina ha fatto si che passasse il concetto di Città-Regione, cioè accentramento totale di tutti i servizi nel capoluogo, tipo uffici regionali, Università, la sanità di livello, l’informazione con la TV pubblica, l’ente turismo e chi più ne ha più ne metta. Per contentino si diceva: PZ città dei servizi, MT città della cultura (e in tempi lontani si intendeva: a noi la sostanza, a voi le chiacchiere). E che quella fosse la sostanza lo dimostrano le migliaia di posti di lavoro generati da tutte queste istituzioni, spesso remunerati molto generosamente. Non per nulla per il mantenimento degli uffici regionali si spendono 29,4 milioni € pari a 50,8 € per abitante in Basilicata, mentre in Lazio e Lombardia se ne spendono 12,8 €. E che la fetta di gran lunga più grossa si riversi sulla città di Potenza lo dimostrano le dichiarazioni dei redditi più alte della media nazionale nel capoluogo, con ben 244 dichiaranti nel 2015 che superano i 120.000 € annui su un imponibile medio di 15.238 € dei lucani. Non essendoci un gran che di tessuto industriale o grandi attività professionali private, viene spontaneo pensare che i grandi redditi siano per la maggior parte di origine pubblica
- Ma da alcuni anni è accaduto qualcosa di imprevisto ed imprevedibile: la troglodita Matera, la sorella minore sempre guardata con sufficienza e fastidio dalla maggiore, va verso un crescendo incontrollabile di riconoscimenti, da Patrimonio Culturale dell’Umanità, a location di produzioni hollywoodiane, fino al culmine dell’elezione a capitale europea della cultura 2019. Tutto questo si traduce in un flusso turistico impensabile anni addietro con tutte le attività che ne conseguono.
- Tutto questo accade proprio mentre la città-Regione vive forse il suo momento peggiore sull’orlo della bancarotta di cui fino ad oggi nessuno pare responsabile, per cui viene generosamente salvata da un sostanzioso trasferimento di denaro di oltre 30 milioni dalle casse regionali, operazione mai vista prima per nessuna città d’Italia. Ricordiamo trattarsi di denaro di tutti i cittadini lucani, anche dei cittadini dei Comuni che con sacrifici hanno tenuto i conti in ordine, ed ora si pentono. E questo nonostante le dichiarazioni dello stesso Pittella che PZ ricevesse già prima molto di più in trasferimenti.
- Questo impari odierno confronto provoca una giusta ed ovvia voglia di rinascita a Potenza per rimettersi in carreggiata nel suo ruolo di città-Regione. Ma, in mancanza di altre idee, si scopre che la cultura lasciata a MT può generare dei ritorni, per cui ora non passa giorno che sui media e social qualcuno non tessa gli elogi dei monumenti antichi e moderni di PZ, delle potenzialità turistiche ecc, non comprendendo minimamente che quanto sta accadendo a MT è l’effetto di una serie di concause irripetibili a PZ. Mi riferisco alla storia plurimillenaria che ha portato al fenomeno unico dei Sassi, alla dedizione di tanti per la loro valorizzazione, al significato antropologico, ai riconoscimenti continui, ecc.
- Se è auspicabilissimo che i benefici turistici di MT abbiano ricadute per quanto possibile sulla Regione intera, è pur vero che il momento magico di questa vada potenziato al massimo come qualunque logica di mercato suggerirebbe per sfruttarne i benefici. Ma personaggi strabici nel chiuso dei palazzi della Regione pensano bene che per sentirsi pari a MT si debba sottrarre l’evento più risonante per trasferirlo nel vuoto turistico della città-Regione. Per chi urla che si tratta di fondi regionali e vanno distribuiti, bisogna ricordare che si tratta di fondi europei che vanno spesi per un potenziamento e specializzazione delle azioni di promozione turistica e senza “Matera2019” nessuno avrebbe concepito quella delibera in cui si cita in esclusiva la città di Matera come location. Peccato che le stesse persone che parlano di equità nella distribuzione di questi fondi non abbiano aperto bocca quando si dissipavano molti milioni per salvare PZ dalla bancarotta.
- A rinforzare il trionfo della politica potentina ecco arrivare l’hashtag di Polese, aspirante segretario regionale del partito-Regione, che annuncia trionfante lo scippo con slogan calcistici “Coraggio potentini” accompagnandolo con l’altro annuncio che il S.Carlo sarà l’unico vero punto di riferimento sanitario per i lucani aprendo un’altra dolente pagina che meriterebbe ben altre considerazioni, ma io mi limito a questa
- Si annuncia soddisfatti che nella Azienda Sanitaria Materana si sono realizzati tagli e risparmi per milioni (di per se potrebbe essere un fatto positivo), ma qualcuno si è accorto che secondo le graduatorie del Sole24ore per emigrazione sanitaria la provincia materana è ULTIMA in Italia su 110 province? Questo dato non è sufficiente per considerare fallimentare la gestione che è stata fatta? A qualcuno in Regione interessa minimamente perché questo accade al fine di contenere questi costi supplementari che superano nettamente i risparmi annunciati? Una spiegazione molto semplice sta nel fatto che a 30 km dalla città sorge un ospedale attrezzato ed efficiente (Acquaviva) ed a 60 un policlinico Universitario. Perché mai la gente dovrebbe sobbarcarsi un viaggio di 100 km fino a PZ con tutti i disagi annessi? È ovvio che la risposta dovrebbe essere un aumento dell’attrattiva dell’ospedale locale magari per invertire la tendenza, ma la fuga di diversi nomi apprezzati non ha fatto che peggiorare le cose.
- Un ultimo accenno all’Università della Basilicata. Si gongola comunicando che nell’ultimo anno c’è una crescita di studenti quindi va tutto bene. Poi entrando nel merito si scopre che il dato è dovuto ad un incremento del 40% nell’unico dipartimento dislocato a MT, mentre a PZ se ne concentrano 5. Qualunque logica di mercato vorrebbe che gli investimenti si concentrassero dove c’è domanda e MT per il nome che si sta facendo e la dislocazione geografica che può contare sulla popolosa area murgiana sembra attrarre. Ma la città-Regione pensa bene di chiudere in questa sede corsi tipo ingegneria ed agraria e non bastano 10 anni per riconvertire il vecchio ospedale in studentato e sede unica.
Potrei concludere usando slogan da stadio alla Polese (coraggio materani), ma amando questa regione in toto, mi limito ad un invito ai politici materani di tutti i colori a non contrastarsi semplicemente gli uni con gli altri per recuperare posizioni, ma sostenere qualche volta all’unisono certe rivendicazioni sacrosante.