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E ora, a Matera, tutti su Bennardi. Senza se e senza ma

Ho visto cose (in queste comunali lucani) che voi umani non potreste immaginarvi. Quattro navi del centrosinistra diviso in fiamme al largo dei bastioni di Avigliano. Con il candidato della Lega che diventa sindaco con un misero 32%.

Che poi, in verità, se Matera non avesse il ballottaggio sarebbe una piccola Avigliano. Qui, infatti, (a Matera) sono 5 i candidati sindaco ascrivibili al centrosinistra. Un bel delirio, non c’è che dire.

La lettura spassionata dei dati del primo turno a Matera suggerisce che Domenico Bennardi, candidato del M5S sostenuto da Verdi, PSI e Volt, con il suo 27,5%, sia il grande favorito per il ballottaggio. Infatti, sebbene Rocco Sassone, candidato del centrodestra (apparentemente) unito, abbia ottenuto qualche voto in più, tuttavia è stato bersagliato da un micidiale voto disgiunto, con le liste a suo sostegno che totalizzano quasi il 40%, circa 10 punti in più rispetto al consenso espresso per il candidato sindaco. Sembra, dunque, che a Matera una buona parte del centrodestra abbia imparato dal centrosinistra, che ai tempi di Adduce candidato sindaco si esercitava nel tiro al piccione sul proprio candidato.

Bene, a sinistra è tempo di piantarla con il folklore politico e con le cazzate. Mi aspetto, dunque, che non nelle prossime ore ma nei prossimi minuti Cifarelli e il Pd, Braia e Italia dei Valori, Trombetta e la sua corrente ora fuori ora dentro il Pd, annuncino il sostegno a Bennardi per il ballottaggio. C’è peraltro anche Pasquale Doria, persona di qualità che ha ottenuto un discreto risultato e che è sicuramente il più affine ai 5S, ma la cui corsa solitaria, francamente, mi ha sconcertato. Cosa sperava di ottenere Doria con la sua corsa solitaria? Sono i misteri della politica di provincia, dove vanità e personalismi non di rado fanno premio sull’azione politica collettiva.

In realtà, tornando ai partiti e ai candidati del centrosinistra classico, se anche non arrivasse la dichiarazione di sostegno ufficiale, o se pure dopo il sostegno annunciato qualcuno si mettesse a lavorare sotto il tavolo, come da nobile tradizione politica materana, il mio parere è che il tipico cittadino – elettore del Pd, che non va dimenticato ha comunque dimostrato di valere circa il 20% al primo turno a Matera, sceglierebbe comunque Bennardi. Così come ritengo improbabile che nel 10% circa di Doria e delle sue liste ci siano grandi sostenitori di Sassone e della Lega.

Naturalmente, noi della vecchia scuola del Trap sappiamo anche che ci vuole sempre la massima attenzione fino a quando il gatto non è nel sacco.

Bennardi ha fatto finora un’ottima campagna elettorale, molto determinata e tutta sostanza, proposte e, io direi soprattutto, umiltà. A me che lo conosco dai tempi del forum politico materano promosso da Alfredo Morfini e di cui Domenico fu uno dei più instancabili animatori, la qualità della sua campagna non ha meravigliato. In quelle analisi e discussioni che, se ricordo bene, si svolsero intorno al 2010, ci chiedemmo provocatoriamente se il Partito a Matera fosse morto. Ritengo che dei tanti giovani partecipanti a quelle discussioni, la maggior parte si sentisse vicina alla sinistra ma non si riconoscesse più in un partito di notabili e clientele. Un partito, di fatto, chiuso e non contendibile nelle sue posizioni dirigenziali. Ovviamente, a Matera e in Basilicata, il Partito ha comunque continuato a governare ancora per alcuni anni, sotto la tenda dell’ossigeno.

La Lega va fermata dappertutto, anche a Matera. Io penso che la possibile vittoria di Bennardi e del M5S, sostenuto da tutto il centrosinistra finalmente (e possibilmente) riunito, potrà costituire un esempio nazionale per Pd e M5S in vista delle prossime scadenze politiche ed amministrative.
Invece, per quanto riguarda il Pd di Basilicata e materano, l’analisi del relitto diventa a questo punto urgente, anche alla luce dei disastri di cui si è parlato in apertura. Certo, i notabili non scompariranno in 24 ore, e del resto vedo che già si stanno misurando le consistenze degli eserciti in rotta, ma ormai il centrosinistra storico è fuori dalla Regione, da Potenza e a Matera giunge addirittura terzo, un flop storico.

Cosa vuoi di più, l’estinzione?

Antonio Ribba

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