E il Senatore Tito Di Maggio volle farsi Duca di Mantova.

Pubblichiamo la seconda puntata della serie di HyperBros.com “Lucani a Roma”. Francesco Foschino ha intervistato il Senatore Tito Di Maggio ed anche questa volta non sono mancate dichiarazioni di un certo rilievo. Infatti, il neo-Senatore annuncia che Scelta Civica, nelle prossime settimane, proporrà un progetto all’arco delle forze politiche di Basilicata, di destra e di sinistra. Accanto al progetto, ci sarà anche una proposta per il leader, cioè un candidato alla Presidenza della Regione. Il Pdl e-o il Pd dovranno pronunciarsi su questo pacchetto complessivo ed, eventualmente, aderire.
Un piano ambizioso, dunque, che in verità Antonio Ribba, nel suo editoriale di accompagnamento all’intervista, valuta come un tantino discutibile e velleitario.
Al solito, i primi 3 minuti del video presentano un abstract essenziale dell’intervista. La sistemazione tecnica e creativa del video è stata curata, come d’abitudine, da Donato Mola.

In una delle arie più famose del Rigoletto, il Duca di Mantova, libertino impenitente, canta: “Questa o quella per me pari sono…Del mio core l’impero non cedo….La costanza tiranna del cuore detestiamo qual morbo crudele, Sol chi vuole si serbi fedele, non v’ha amore se non v’è libertà” (LINK)

L’intervista del Senatore Di Maggio a Francesco Foschino, con la perentoria affermazione sulla perfetta intercambialità politico-programmatica del Pd e del Pdl (presenteremo un progetto per la regione che metteremo a disposizione del Pdl e-o del Pd) mi ha fatto tornare, appunto, alla mente l’approccio al gentil sesso del Duca di Mantova. In sostanza, Scelta Civica si presenta in Basilicata come una forza di centro che guarda sia a destra che a sinistra, in tal modo affinando ed ampliando l’antica definizione di De Gasperi per la Democrazia Cristiana.

Aggiungiamo che, in effetti, un tantino corsaro l’approccio alla politica del Senatore lo è sempre stato. Basti pensare che nel 2007, inizialmente proiettato verso le primarie del centrosinistra per la carica di Sindaco di Matera, si ritrovò poi al ballottaggio nel Trio di Liberazione che aveva le sue punte di diamante in Buccico ed Acito. Un’esperienza di alternativa di governo “moderata” al Comune di Matera che, purtroppo, ballò solo un paio d’estati. Esperienza talmente deludente per i cittadini materani che poi fu sufficiente al centrosinistra candidare un generale sfibrato dalle troppe corse politiche, come Adduce, per riprendersi la guida dell’amministrazione.

E, peraltro, una certa incostanza del core (politico) caratterizza anche l’ottimo Alfonso Ernesto Navazio, compagno d’arme di Di Maggio nell’avventura di Scelta Civica alle ultime elezioni politiche e, senza dubbio, uno dei più qualificati Consiglieri regionali della corrente consiliatura. Tuttavia, è pur vero che nella sua carriera politica Navazio ha già cambiato diverse casacche e più di uno schieramento politico.

Va precisato che Di Maggio, nell’intervista, sottolinea che la guida del progetto per la Basilicata va riconosciuta a Scelta Civica. Quindi, un progetto e un leader verranno messi a disposizione delle forze politiche lucane, di destra e di sinistra. Se vogliamo, ciò rende il complessivo piano di azione Di Maggio-Navazio ancor più discutibile, se non proprio velleitario: una forza che pesa circa l’8 percento su base regionale pretenderebbe, infatti, di dettare l’agenda politica e la scelta del futuro Governatore a forze politiche che pesano per oltre il 50.

La mia impressione generale, non specificatamente riferita a queste analisi di Di Maggio, è che tra i nostri politici si faccia (forse volutamente) una certa confusione tra il contesto nazionale di larghe intese, che altro non è che uno stato di necessità dettato dalla grave crisi economica e sociale, nonché da uno stallo politico-istituzionale che è tale da spingere verso riforme di sistema condivise, con la situazione locale, lucana, dove l’abbraccio collettivo tra forze alternative non potrebbe che interpretarsi come il varo di una zattera d’emergenza per garantire la sopravvivenza di un ceto politico in estrema difficoltà.

Come ben dice Foscus (Foschino), dialogando con il Senatore Di Maggio, l’esito delle prossime elezioni in Basilicata è avvolto nella nebbia, perché ci sono 3 forze politiche che, più o meno, si equivalgono. L’uovo di Colombo (o l’uovo di Di Maggio) consisterebbe, dunque, nell’isolare il Movimento 5 Stelle e così impedirne la conquista del Palazzo. A me sembra, piuttosto, che un’aggregazione così inverosimile, questo sì davvero un inciucio, potrebbe davvero spianare un’autostrada verso Potenza ai Grillini.

Concludendo: a dispetto delle mie critiche al contenuto centrale dell’intervista, penso che tanto Di Maggio quanto Navazio siano politici potenzialmente in grado di dare un contributo alla rinascita della Basilicata, all’indomani di un collasso politico del centrosinistra che ha radici ben più antiche e profonde della tempesta giudiziaria in corso di svolgimento. Però, il problema per Scelta Civica è che se la strategia politica dovesse scolorare nella vaghezza o, ancor peggio, nell’opportunismo, allora la sorte di questa nuova aggregazione di centro sarebbe già segnata. In effetti, per i dirigenti politici di ogni area, in questo momento non c’è merce più rara, ed al contempo più desiderata in Basilicata, della serietà e della credibilità.

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