Tornando ai CARC, si tratta di un gruppo Marxista-Leninista-Maoista che mira, stando alle informazioni rinvenibili sul suo sito, a: “dirigere e organizzare la mobilitazione delle masse popolari ad intervenire nella lotta politica borghese per favorire l’accumulazione di forze rivoluzionarie…”. Come si vede, idee d’altri tempi, espresse in un linguaggio all’incirca ultracentenario.
Tuttavia, che il Senatore-Portavoce Vito sia stato fino al 2008 militante di quel gruppo, ormai, non è più una notizia visto che, tra l’altro, lo stesso Petrocelli ne ha parlato in una recente intervista rilasciata a Linkiesta.
In realtà, la vera notizia è un’altra e riguarda, invece, lo stesso CARC. Infatti, questo gruppo neo-rivoluzionario ha preso una clamorosa posizione ufficiale nella recente campagna elettorale a favore del voto per il Movimento 5 Stelle. Si stima che questa scelta abbia spostato al massimo una decina di voti a favore di Grillo, (ipotizzo) più o meno la metà del totale degli aderenti nazionali al CARC. Tale limitato apporto si spiega (anche) con la circostanza che sulla proposta di voto grillino il CARC si è spaccato. Infatti, come spiegato in un successivo intervento, sempre pubblicato sul sito del gruppo, diversi militanti hanno espresso critiche tumultuose e richieste di chiarimento.
In conclusione, sorge inevitabile un retorico quesito (retorico, nel senso che la risposta è, ovviamente, negativa): è possibile che Senator Vito, con la sua scelta di diventare militante del Movimento 5 Stelle, nel 2009, abbia fatto da battistrada per la scelta successiva dei CARC? Forse qui stiamo sopravvalutando la capacità strategica, tanto dei CARC che del Senatore, ma va pur sempre ricordata la sofisticata tesi espressa da un loro vecchio mito cinese: “Dobbiamo sostenere tutto ciò contro cui il nemico combatte, e combattere contro tutto ciò che il nemico sostiene.”