DI ANTONIO RIBBA – Ormai siamo al di là del bene e del male. Oltre ogni ragionevole confine del pudore.
Domenico (Pittella), già figlio di Gianni e nipote di zio Marcello e di nonno Domenico, ha deciso di candidarsi a sostegno di Luca (Braia), già cognato di Maria (Antezza), a sua volta sorella di Nunzia, la cui mancata indicazione per la Presidenza del Consiglio comunale di Matera per poco non causò, 4 anni fa, la caduta di Adduce a sole 24 ore dal suo insediamento a Sindaco.
Non abbiamo, nel nostro piccolo, combattuto il correntismo sfrenato e il clientelismo della vecchia guardia del Partito Regione, per ritrovarci precipitati in un impresentabile neofamilismo umorale, con due feroci clan familiari alla scalata di una regione morente, guidata da un leader populista che fa dell’improvvisazione, condita dalla grancassa mediatica, la sua carta vincente.
Vi dico: fermatevi! Lo dico a Gianni e a Marcello, nonché al diretto interessato, Domenico: fermatevi prima che questa regione si ricopra di ridicolo a livello nazionale ed europeo. Non lo dico, invece, a Luca Braia ed a Maria Antezza che so essere stati gli ideatori di questo colpo di teatro volto a stringere un patto di fratellanza e di sangue dal sapore medievale.
E dico, fermatevi! anche ai consiglieri regionali e ai dirigenti del Pd a cui sia rimasto ancora un briciolo di senno, prima di approvare il “provocatorio” disegno di legge incostituzionale, con cui la Basilicata intenderebbe dare l’assalto al Patto di Stabilità.
Ci sono parlamentari e consiglieri regionali del Partito democratico che sono chiaramente infastiditi e, soprattutto, preoccupati da questo stile di governo avventuroso e fuffigno di Marcello Pittella.
Io penso che se un Consiglio regionale dovesse approvare, allegramente, una legge che viola una normativa nazionale e che inoltre si pone, consapevolmente, in un atteggiamento di sfida anti-costituzionale, allora questo Consiglio meriterebbe lo scioglimento.
Mi chiedo quando la stampa locale uscirà dal torpore e dall’accondiscendenza verso i clan familiari e verso i populismi. Che almeno, dato il quadro, le redazioni provvedano a preparare il “coccodrillo” per la Regione Basilicata.
Antonio Ribba
non lascio alcun commento se non quanto scritto nel rilanciarlo sul mio blog http://www.comitatonooilpotenza.com
“vi riporto questo articolo che magari molto più sinteticamente di quanto non faccia il sottoscritto, che è tenuto all’estremo rigore dell’analisi, essendo soggetto politicamente attivo e con il senso di cosa la politica debba tornare ad essere, dipinge un quadro che ho tratteggiato spessissimo nei miei “attacchi” ai pittella ed al loro sistema relazionale post-feudale
Sono anni, ormai, che scriviamo di feudatari, vassalli, valvassori e valvassini, di familismo amorale, umorale e immorale. Ma che cambia? Servirebbe (ma fino a che punto?) il commissariamentio del PD, unico partito esistente, e, in definitiva, la soppressione di una regione, in cui, per la sua inconsistenza demografica e culturale, la classe politica è necessariamente circoscritta a poche famiglie. Se poi ci metti il sistema elettorale con l’elezione diretta del governatore e dei sindaci, il peggio trionfa sempre.Il fatto è che ogni eletto per via diretta finisce col sentirsi anche un unto del Signore. Perché, allora, Gianni non dovrebbe mettere in campo Mimì iunior? E Mimì iunior, perché non dovrebbe trionfare,visto che il popolo, dispiace non essere d’accordo col buon don Alessandro Manzoni, non è ispirato dalla Divina Provvidenza?In una regione più grande, i nostri feudatari, vassalli, valvassori e valvassini dovrebbero, se non altro, cimentarsi con altre forze. Allora perché la nostra classe politica difende la indentità di una regione, che identità non ha?
Professore, le faccio una confessione: tra i siti Internet preferiti del mio browser c’è la cartella “Informazione locale”. Mano mano che, con il passare del tempo, mi rendevo conto che una testata non mi diceva più niente, per cui era inutile andare a visitarla, cancellavo un link. In quella cartella, negli ultimi mesi erano rimasti, tristemente soli, Cuccuruccù, Materatown e Hyperbros (quest’ultimo, per i suoi interventi ma anche per quelli del Prof.Caserta). Da pochi giorni, ho scoperto e aggiunto Basilicata24.
E’ una situazione strana: proprio in questo tempo in cui è facile dire qualcosa al mondo senza spendere un euro, sono rarefatte le fonti libere ed autorevoli di osservazione e giudizio della realtà.
Che dire? Meglio pochi link che niente. Grazie a tutti e quattro i siti che compongono la mia ridotta cartella, che stava lì lì per essere sciolta nella cartella superiore “Informazione”, e invece resiste.
Grazie per gli apprezzamenti. Devo dire che, a mio parere, su Hyperbros ci sono anche dei contributi, video e non, su vari argomenti, di Francesco Foschino e Donato Mola di livello molto elevato.
Non cito Antonio Andrisani tra i contributori di Hyperbros, perchè magari potrebbe offendersi.
Caro Ribba, che, a proposito delle donne in Parlamento, forse hai avuto paura di fare la fine di Orfeo, leggo con ritardo, su un numero arretrato del “Quotidiano”, che Domenico, il giovane rampollo dei Pittella (così è definito dal giornale), 27 anni, ha una laurea da avvocato in tasca, è dottorando di diritto privato europeo (piccola combinazione) ed è assistente di cattedra. Non credo che abbia problemi economici. Anzi… Mi sono domandato perché certe fortune capitano sempre a certuni, che sono i soliti. Ho chiesto aiuto a don Milani, cercando in lui la risposta. Eccola: “ I cromosomi del dottore sono potenti. Pierino sapeva già scrivere a 5 anni. Non ha avuto bisogno di fare la prima. Entra a seconda a 6 anni. Parla come un libro stampato. Già segnato anche lui, ma questa volta con marchio della razza pregiata” (Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, 1971, p.40). Che se poi il dottore fa parte del PD…, puoi immaginare che cosa succede.
Cordialità e un caro saluto da Matera, candidata a capitale della cultura 2019, che, per ordinanza del Sindaco è postilla ormai obbligatoria, anche quando si parla di disoccupazione, rifiuti urbani, vico Piave e simili. E io né voglio correre il rischio di perdere la cittadinanza materana, né voglio passare per cretino, come da convinzione di qualcuno che tu e Donato Mola ben conoscete)