Come si vota e come si eleggono il Presidente della Giunta ed il Consiglio regionale
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Si può esprimere il voto per un candidato Presidente e, se lo si desidera, si può dare anche un voto per una lista collegata, avendo al contempo la possibilità di esprimere una preferenza per un candidato al Consiglio regionale.
E’ tuttavia possibile, per l’elettore, adottare il cosiddetto voto disgiunto: votare un candidato Presidente di una coalizione e, simultaneamente, una lista (ed eventualmente un candidato al Consiglio regionale) di un’altra coalizione.
Viene eletto Presidente della Giunta regionale il candidato alla Presidenza che ottiene più voti tra tutti i concorrenti. Cioè, l’elezione del Presidente della Regione si basa su un puro meccanismo maggioritario.
Il secondo classificato in termini di voti ottenuti sarà anch’egli eletto in Consiglio regionale, pur se non candidato e pur se non suffragato in alcuna lista delle 2 circoscrizioni provinciali.
I seggi alle coalizioni sono attribuiti per l’80% (dunque 16 seggi su 20) con meccanismo proporzionale, ovvero in base ai voti ottenuti da ciascuna lista su scala regionale, mentre altri 4 seggi, che rappresentano il premio di maggioranza, saranno (quasi) automaticamente garantiti alla coalizione vincente attraverso il Listino del Presidente.
10 seggi sono attribuiti alla circoscrizione di Potenza e 6 seggi a quella di Matera. Il calcolo dei seggi spettanti a ciascuna lista avviene con riparto proporzionale all’interno delle due circoscrizioni provinciali. Una breve spiegazione tecnica per amatori: si utilizza il metodo del quoziente corretto di Hagenbach-Bischoff, cioè si prendono i voti totali espressi nella circoscrizione e si dividono per il numero dei seggi +1. Dunque, per ottenere il quoziente di Potenza si dividono i voti totali (utili) per 11; per ottenere il quoziente di Matera si divide il totale per 7. Naturalmente, risulteranno poi eletti all’interno delle diverse liste i candidati con più preferenze e collocati in posizione utile per l’elezione.
In questo modo solo una parte dei seggi può essere assegnata direttamente in prima battuta. Infatti, a questo primo stadio possono essere assegnati solo i seggi per cui sia maturato un quoziente pieno. Ad un secondo stadio, quindi, tutti i resti maturati dalle liste concorrenti confluiscono nel collegio unico regionale. Qui viene ricalcolato un nuovo quoziente con il metodo Hare dei quozienti interi e dei più alti resti e vengono assegnati i seggi residuali.
Va sottolineato che una lista potrà partecipare alla ripartizione dei seggi solo se abbia ottenuto almeno il 3% nell’intera regione o se, in alternativa, sia parte di una coalizione che abbia ottenuto almeno il 5% su base regionale. Data la forte frammentazione di queste elezioni lucane e, dunque, dato il rischio concreto che diverse coalizioni non superino questa soglia, è importante notare che il calcolo del quoziente in ciascuna circoscrizione deve essere fatto scorporando dal totale dei voti quelli ottenuti da liste che non abbiano conseguito il quorum.
Per quanto concerne il premio di maggioranza, saranno attribuiti tutti e 4 i consiglieri del listino solo se i seggi conquistati dalla coalizione del candidato vincente sono al di sotto del 50% e al di sopra del 40%. Per esempio, ipotizzando che la coalizione vincente ottenga il 50,1% dei voti, un semplice calcolo indica che la coalizione ha diritto ad 8 seggi nella quota proporzionale. Dunque, scatterà l’elezione dei 4 componenti il listino in modo da garantire il 60% dei seggi totali (12 su 20) alla coalizione vittoriosa.
Invece, laddove i vincenti stravincano, ottenendo almeno la metà dei seggi totali, scatta un meccanismo di tutela della minoranza che prevede un premio per la coalizione vincente ridotto al 10%. In concreto, per la Basilicata, ciò significa che se i vincenti ottengono almeno il 63% circa dei voti, e dunque almeno 10 seggi nella parte proporzionale, saranno solo i primi due ordinati del listino del Presidente ad essere eletti consiglieri regionali. Nel contesto che caratterizza le prossime elezioni regionali è del tutto chiaro che questo si presenta come un mero caso di scuola, essendo i potenziali vincenti tutti molto lontani da questo livello di consensi. Ma non è stato così in passato. Ad esempio, nel 2010, le liste del centrosinistra ottennero il 67,5% circa dei voti e quindi oltre la metà dei seggi. Il che consentì l’elezione solo di una parte dei candidati inseriti nel listino di De Filippo.
A completamento del quadro sul premio di maggioranza, diciamo che in una elezione come questa prossima lucana non si può nemmeno escludere l’eventualità che la coalizione vincente ottenga meno del 40% dei seggi attraverso la quota proporzionale. In questo caso, la legge prevede che sia attribuito il 55% dei seggi complessivi ai vincenti, onde garantire la governabilità. Rapidi calcoli indicano che a dotazione fissa di seggi non esisterebbe una maggioranza consiliare. Allora, altra bizzarria del Tatarellum, ovvero della legge elettorale in vigore per le regionali lucane, si dovrà prevedere un aumento nella dotazione di seggi consiliari. In sostanza, il sistema vigente prevede che, sotto particolari condizioni, si possa avere una variabilità nel numero di seggi totali.
Infine, concludiamo questa carrellata sul meccanismo di voto osservando che il terzo e il quarto (e oltre) classificati non entreranno in Consiglio regionale, pur nell’eventualità di raggiungimento del quorum. Questo, a meno che essi non siano anche candidati nelle liste circoscrizionali e a meno che non abbiano ottenuto la quantità di preferenze necessaria per rientrare tra gli eletti.