…Odo augelli far festa, e la gallina, Tornata in su la via, Che ripete il suo verso.
Il post tratta della riduzione dei costi della politica e delle astute strategie che il ceto politico lucano sta mettendo in atto per vanificare il taglio nel numero dei Consiglieri regionali previsto da una legge del 2012.
Antefatto. Nel 2012, eravamo in epoca di Governo Monti, fu varato un decreto che prevedeva, tra le altre cose, un drastico taglio nel numero dei Consiglieri regionali. La Basilicata, appena due mesi dopo il decreto del governo, il 21 dicembre 2012, approvò con legge regionale la riduzione del numero dei Consiglieri da trenta a venti unità (escluso il Presidente della Giunta regionale), a datare dalla decima Legislatura regionale, cioè dall’attuale.
Ma è di questi giorni la notizia di una inaudita manovra, degna dell’ancient regime, ordita da Pittella e da Pietrantuono su spinta del Psi lucano: Pietrantuono, Assessore all’Ambiente e Consigliere regionale, si dimette dal Consiglio così consentendo l’ingresso del secondo dei non eletti alle elezioni del 2013, Rossino. Il secondo poiché il primo dei non eletti, Bochicchio, ha già ricevuto una nomina da Amministratore unico del Consorzio Industriale di Potenza. Dunque, fatta la legge ecco l’inganno. Il numero dei Consiglieri regionali rimane formalmente invariato a venti ma il numero complessivo di Assessori e Consiglieri a carico del bilancio regionale aumenta di una unità, passando da ventitre e ventiquattro.
Per chiarezza, ieri avevamo venti Consiglieri + Pittella + Braia e Franconi (cosidetti Assessori esterni) per un totale di ventitre; oggi abbiamo venti consiglieri + Pittella + Braia, Franconi e Pietrantuono, per un totale di ventiquattro.
Uno scherzo sui costi della politica non da poco, visto che stimando un costo di 130-140 mila euro annui per Consigliere-Assessore, e proiettando il costo su un’intera legislatura, lo scherzo vale 600-700 mila euro. Se si dimettessero, non voglia il cielo, anche Benedetto e Cifarelli (i due Assessori “interni” della Giunta Pittella) i politici direttamente stipendiati dalla Regione salirebbero a 26 unità.
Lo stesso risultato, di aumento surrettizio dei costi della politica regionale, si avrebbe con una norma che pare nei desiderata di alcuni esponenti politici lucani, incluso Lacorazza, che prevede incompatibilità tra il ruolo di Consigliere e di Assessore.
Sono stato volutamente un po’ pedante in questa ricostruzione ma è bene avere il quadro il più possibile completo della vicenda.
Ora torno brevemente all’antefatto. Perché il Governo Monti approvò il decreto di riduzione del numero dei consiglieri e, soprattutto, perché il Consiglio di Basilicata approvò così rapidamente la norma? Il ceto politico, non di rado, soffre di memoria corta: la ragione primaria del provvedimento, che fu preso insieme ad altri importanti per ridurre il deficit pubblico, è che l’Italia nel 2012 rischiò di fallire e di portarsi dietro in una crisi drammatica l’intera Europa. La situazione da allora è un po’ migliorata ma è solo questione di mesi e poi si tornerà a parlare nuovamente dei problemi del debito italiano.
Sembra dunque mancare la consapevolezza che ogni euro di aumento della spesa pubblica è finanziato, o da un pari aumento delle tasse o da un aumento del debito. Segue che occorre il massimo rigore nell’uso delle risorse pubbliche.
Meraviglia che il Gladiatore, il promotore della Rivoluzione democratica, Marcello Pittella, abbia promosso una simile operazione ultra-partitocratica. Le motivazioni e le giustificazioni, anche preventive, addotte per l’operazione sono risibili e, peraltro, non sempre facilmente traducibili dal politichese.
Un esempio:
“In un sistema democratico prevalgono le responsabilità che i cittadini attribuiscono, col proprio voto, ai propri rappresentanti all’interno di una assemblea elettiva. E in questo caso si crea la necessità di ripristinare una agibilità politica venuta meno con l’ingresso in Giunta di Francesco Pietrantuono.”
(Livio Valvano, Segretario regionale Psi)
Ho un solo dubbio, riguardante la circostanza se questa di Valvano sia una super cazzola con antani oppure, in alternativa, con scappellamento a destra.
In conclusione, una scelta grave sul piano del rigore amministrativo e politico. Speriamo sia un cigno nero. In ogni caso, il Governatore dovrebbe fornire ampi chiarimenti sul perché di questa scelta, in una regione con seri problemi di bilancio e tra l’altro alle prese con una severa restrizione delle entrate conseguenza del crollo delle royalties.
ANTONIO RIBBA