Inoltre, che la prima ed ovvia discontinuità, date anche le incombenti elezioni, dovesse riguardare proprio la candidatura alla Presidenza della Regione. In uno scambio di qualche tempo fa, via Twitter, con il Senatore Margiotta, e che Papa Francesco possa essere benevolo per l’ardito paragone, sottolineai come, in una situazione di crisi morale drammatica, la Chiesa non avesse cercato la sua nuova guida all’interno della Curia scegliendo, invece, un candidato esterno e, in verità, davvero molto esterno e di rottura con una certa Romanità.
La mia posizione è tuttora questa e, come ovvio, non è necessariamente riferita ad una ipotesi esterna di tipo personale, pro domo Ribba. Ma una novità dell’ultima ora è che Vincenzo Folino ha pubblicamente dichiarato che “anche A. Ribba” (oltre a Piero Lacorazza) “non sarebbe male” (si discuteva, sempre via Twitter, di candidature alle primarie per il candidato governatore del centrosinistra). Data la presa di posizione in forte ritardo, e con pochi giorni mancanti all’avvio della campagna per le primarie, ritengo che in effetti l’area Bubbico-Folino non intenda realmente, o più semplicemente non possa, perseguire la strada del candidato esterno.
In ogni caso, il tempo delle schermaglie è scaduto ed ora occorre decidere. Ribba o Pinco che sia l’esterno, il mio parere è che la strada di un confronto tutto interno Pittella – Lacorazza, per quanto le truppe siano già schierate, galvanizzate e ormai pronte alla battaglia, sia quasi suicida. Dopo il collasso morale, politico ed economico che ha colpito questa regione è pensabile che la risposta del Pd possa consistere nel confronto tra l’erede naturale di De Filippo ed il figlioccio politico di Folino? E sia chiaro che il suicidio politico di una classe dirigente e di tutta una Regione è compatibile perfino con un nuovo successo elettorale!
Ma, se alla fine si decidesse davvero di dare sostegno alla candidatura di un esterno, tutto il gruppo dirigente del Pd e del centrosinistra deve aver chiaro che alcuni capitoli politici vanno chiusi in via definitiva, ovvero che il tempo della cooptazione benevola e continuista degli esterni è chiuso. E ciò per una pura necessità storica!
Per fare solo un esempio, piccolo ma comunque emblematico, l’Onorevole Folino dovrà convenire che vicende sospese tra il tragico e il grottesco, come quella che sta riguardando il balletto di Ignazio Petrone, suo importante compagno d’area, in bilico da mesi tra la Presidenza della Società Energetica Lucana e lo scranno di Consigliere regionale, intento a sfogliare la margherita del m’ama non m’ama tra due cariche incompatibili, non si dovranno più ripetere in futuro. E non si dovranno più ripetere sia per il necessario salto etico richiesto a coloro che si cimenteranno con l’attività politica, elettiva o esecutiva, sia per la definizione di regole e indirizzi di direzione politica e di governo che superino quella mefitica commistione tra politica ed economia che è stata un elemento fondante della Seconda Repubblica Lucana.
Naturalmente, comprendo bene la sofferenza umana ed il disagio personale di alcuni importanti dirigenti politici di primo piano, soprattutto della provincia di Matera, che a questo punto si sentono trascurati o messi da parte. Tuttavia, il politico che ha intelligenza del movimento storico dovrebbe essere sempre in grado di comprendere quando giunge il momento di svoltare e, dunque, laddove necessario, di ritornare alla coltivazione dei propri giardini.