Per dirla alla Totò: dorotei si nasce e Antonio Mattia, modestamente, lo nacque!
Ho letto l’interessante intervista di Mattia, candidato alla presidenza della regione Basilicata del Movimento 5 Stelle, rilasciata a Basilicata24. Trattasi di documento, senza dubbio, tutto da leggere.
L’intervista, sulla cruciale questione petrolio, è un puro distillato di doroteismo. Si dice e allo stesso tempo non si dice; si attacca ed al contempo si difende; si annuncia e simultaneamente si smentisce. Provare per credere, val la pena estrarre alcuni passaggi dell’intervista:
“Il M5S non intende rinnovare le concessioni petrolifere lucane in scadenza perché…..sembra…..”
Uno, leggendo, pensa: cavolo la decisione è presa, il M5S, una volta al governo della Basilicata, bloccherà le estrazioni petrolifere in regione! Ma, in realtà, prendendosi una pausa e facendo un lungo respiro, subito dopo si legge:
“Per quanto riguarda gli impianti petroliferi già attivi, se dovessero rimanere aperti ancora per qualche tempo, ciò dovrà avvenire nel pieno rispetto dell’ambiente, della salute e della dignità dei lucani.”
Questa frase è una sintesi perfetta di Aldo Moro e Arnaldo Forlani. Alta, come un pensiero di Moro, (tra l’altro chi potrebbe, in Basilicata e nel mondo, non sottoscrivere quei concetti?), furba, come una comunicazione di Forlani (Non si intendono rinnovare le concessioni, che scadono nel 2019, ma si apre la porta all’impossibilità, o alla non volontà, di questa scelta e, dunque, gli impianti resteranno aperti per qualche tempo. Per chi possiede la virtù della pazienza cristiana, alla fine “per qualche tempo” potrebbe anche significare gli altri circa 30 o 40 anni necessari per l’esaurimento della capacità produttiva dei pozzi).
Ma non è finita qui (sempre con il doroteismo di Mattia), la povera Direttrice Giusi Cavallo, inseguendo il Mattia nei suoi zig zag, fa notare al capo grillino che la posizione sul petrolio resta ambigua. E qui Antonio offre il chiarimento definitivo:
“Lei fa il suo mestiere e cerca di scovare frasi e parole di ambiguità ma non sono d’accordo. La vicenda petrolifera lucana e le questioni ambientali aperte sono una partita complessa….. La nostra posizione, che le ho appena illustrato, è molto chiara. Sugli impianti attivi, fatta salva la nostra intenzione di non rinnovare le vecchie concessioni, occorre un percorso che chiamerà in causa la Regione, il Governo e gli altri attori della vicenda che conduca la Basilicata a liberarsi dall’incubo petrolifero. E noi questo faremo, e lo faremo coinvolgendo tutte le forze ambientaliste del territorio. Non so se adesso è più chiaro.”
Certo, è chiarissimo. È chiarissimo che Mattia non ha la genuina formazione grillina di una Mirella Liuzzi, che un giorno scrisse addirittura all’assessore all’ambiente ed alla giunta regionale tutta, intimando loro un decreto di chiusura immediata, e senza titubanza alcuna, di tutti i pozzi in Val d’Agri. Né ha la rude formazione Maoista giovanile di un Vito Petrocelli, che avesse in mano il potere di un dittatore, manderebbe nei campi di rieducazione mezza classe politica lucana e tutto il gruppo dirigente dell’ENI!
In effetti, Mattia si è formato politicamente nel Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana, cioè è un allievo di Emilio Colombo. Così come brillanti allievi di Emilio Colombo sono Caiata, De Filippo e Margiotta (insieme a molti altri lucani, in posizioni apicali in regione, posizioni apicali non solo di carattere politico).
Dunque, detta molto in sintesi, in Basilicata moriremo democristiani.
Infine, una precisazione: che Mattia sia un politico di scuola dorotea, lo ritengo perfino positivo, in quanto ciò è in grado di introdurre una sana dose di realismo politico in quel movimento di pazzi al potere (non sto offendendo nessuno, è solo una citazione di Keynes tratta dalla Teoria Generale, 1936) che è il Movimento 5 Stelle.
Certo, che se il Movimento 5 Stelle pensa di poter fare in Basilicata una campagna elettorale gratis, vendendo fumo e promesse, per fare il pieno di voti e poi non realizzare nulla, o quasi, di quel che promette, come sta accadendo a livello nazionale, ha sicuramente sbagliato indirizzo.
Infine, infine, nell’intervista c’è anche un pezzo più puramente grillino: Mattia intende portare la giunta regionale a 8 assessori, dagli attuali 5, a costi invariati. A parte il fatto, che 9 membri del governo regionale equivalgono, quasi, al numero dei ministri + Presidente del Consiglio del governo nazionale, però con una popolazione oltre 100 volte inferiore in Basilicata, va sottolineata soprattutto la volontà (implicita) di dimezzare l’indennità degli assessori regionali. Di taglio in taglio, si finirà per dare agli assessori ed ai consiglieri regionali l’equivalente del reddito di cittadinanza. È pur vero che il vile denaro non è tutto nella vita, ma c’è da chiedersi chi sarà disponibile a quel punto a lavorare a tempo pieno per il bene comune della Basilicata. Forse, solo qualche giovane senza valide alternative professionali o forse, anche, qualche fanatico missionario del nuovo convento grillino, con il prode Priore doroteo posto alla sua guida.
Antonio Ribba