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Ancora sui vitalizi e sui costi della politica: una modesta proposta ai Consiglieri Regionali.

Un fotogramma del film Ritorno al Futuro

Un fotogramma del film Ritorno al Futuro

DI ANTONIO RIBBA – È assai dura la polemica che si è scatenata sul progetto di legge regionale che prevede un taglio, temporaneo e caratterizzato da progressività, sui vitalizi percepiti dagli ex consiglieri regionali. L’iniziativa, va detto, è stata concordata in sede di Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e, dunque, non riguarda la sola Basilicata.

In questo post non intendo intervenire sull’ormai consolidato dibattito relativo alla intangibilità (o meno) dei cosiddetti diritti acquisiti, ma proporre un arricchimento del menù di interventi sui costi della politica, da attuarsi a cura del Consiglio regionale.

Premetto che, a mio parere, interventi mirati su specifiche categorie di pensionati (anche i politici, di professione o meno, dopotutto, non percepiscono altro che un reddito da pensione!) hanno sempre un leggero tratto di odiosità: un magistrato o un professore universitario ad alta anzianità di servizio, con qualche migliaio di euro mensili di pensione, ha forse versato nella propria vita lavorativa adeguati contributi? Un professore di scuola secondaria, poniamo oggi 70enne, ritiratosi dall’insegnamento all’età di 40 anni e che continua a percepire una “modesta” pensione superiore ai mille euro al mese, quale giustificazione contributiva potrebbe esibire per il reddito che percepisce?

Tutto ciò per dire che, rispetto alle severe riforme introdotte negli ultimi anni nel sistema previdenziale, gli antichi pensionati, chi più chi meno, si caratterizzano per trattamenti molto (molto) migliori rispetto agli attuali lavoratori. Cioè, rispetto ai futuri pensionati.

Ora ritorno al tema “taglio dei vitalizi per gli ex consiglieri” e faccio una proposta. Penso che uno degli aspetti più limitativi, se non proprio inaccettabili, dell’iniziativa in cantiere, consista nel fatto che l’equità sia perseguita, rigorosamente, solo “per gli altri” (cioè per gli ex) ma che nulla, almeno ad oggi, sia stato previsto “per sé” (cioè per gli attuali consiglieri-legislatori).

In sostanza, ritengo che l’intervento di taglio sui vitalizi passati verrebbe reso assai più solido e credibile se fosse inserito in un pacchetto di interventi più complessivo, con l’inserimento di qualche piccolo sacrificio previsto pure per le tasche degli attuali Consiglieri regionali.

Dunque, la proposta che faccio è che nel pacchetto: “Ulteriore taglio ai costi della politica”, da approvarsi in Consiglio, sia inserita anche la previsione di un taglio del 10% per 4 anni, cioè fino alla fine della legislatura, per l’indennità di carica lorda percepita dai consiglieri.

Si tratta di in intervento che peserebbe per circa 660 euro lordi mensili su ciascun consigliere, consentendo, quindi, una ulteriore riduzione delle spese complessive per “indennità e vitalizi” per un ammontare di circa 160mila euro annui e di 650mila euro complessivi nell’arco dei 4 anni di legislatura residua.

A questa previsione normativa ne aggiungerei anche una seconda: l’età di pensionamento per i Consiglieri regionali, attuali e passati, ancora in regime di vitalizio (il che include tutti i Consiglieri in campo fino alla IX legislatura) è portata immediatamente, per tutti, a 67 anni e per il futuro è soggetta a possibili, ulteriori aumenti in relazione alle revisioni ISTAT sulle aspettative di vita. La ratio di questa seconda norma è la seguente: visto che il comune lavoratore matura il diritto alla pensione intorno ai 67 anni, perché il Consigliere regionale (o il Parlamentare) dovrebbe maturarla ad una età inferiore? Forse perché il lavoro politico è più usurante rispetto ad altri lavori e merita, dunque, un trattamento privilegiato?

Naturalmente, conosco già possibili risposte e contro-obiezioni a queste proposte di taglio delle indennità: “Siamo già intervenuti sui trattamenti onnicomprensivi, trasferendo una quota delle spese di rimborso previste per i consiglieri verso l’assunzione di collaboratori; inoltre, per noi nuovi consiglieri dell’attuale, X legislatura, i vitalizi non sono più previsti”.

Tutto vero, tutto corretto. Ma, c’è qualche ma, in effetti. Per prima cosa faccio notare che anche nei confronti degli ex consiglieri regionali sono già stati attuati, negli anni, ripetuti interventi di taglio all’entità dei vitalizi percepiti. Inoltre, se si chiede un ulteriore sacrificio, ciò logicamente implica l’esistenza di una stringente necessità di aggiustamento del bilancio pubblico. Aggiustamento al quale equità richiederebbe che, seppur simbolicamente, dessero un contributo anche i politici attualmente in carica.

Infine, faccio rilevare che nelle prime uscite pubbliche dopo l’elezione, il Governatore dell’Emilia Romagna, Bonaccini, ha indicato tra gli atti più urgenti della nuova legislatura regionale proprio il taglio delle indennità (degli assessori, essendo egli Presidente della Giunta e non avendo competenza sui tagli alle indennità dei consiglieri).

Dopotutto, in Basilicata, anche dopo le varie riforme realizzate, il Presidente del Consiglio percepisce un netto totale di circa 6mila euro + un generoso rimborso spese di circa 2.500 euro (trattamento identico al Presidente della Giunta). Invece, un tipico Consigliere, oltre al suddetto rimborso spese, percepisce circa 4.700 euro netti mensili.

Insomma, e in conclusione: si può fare.

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