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Analisi post Matera 2015 di Raffaele Tantone (Giovani Socialisti)

De RuggieriIl trionfo di De Ruggieri certamente avrà conseguenze sul sistema di relazioni politiche ed istituzionali, lucane, chi scrive ha da tempo creduto nella necessita di “ribaltare l’attuale tavolo politico”, poiché superato politicamente ed istituzionalmente.

Di fatti è superato politicamente perchè frutto di un accordo fra classi dirigenti avvenuto nel secolo scorso, che ha certamente garantito ai firmatari di navigare senza intoppi nel ventennio berlusconiano, ma che non ha prodotto quasi nulla in termini di progresso civile e sociale per la comunità lucana.

Non si tratta solo dei 20 punti di Pil che la Basilicata ha lasciato per strada nel periodo richiamato, ma dell’assenza di una visione di sviluppo di medio periodo, pur in presenza di leve economiche ed istituzionali senza precedenti.

In pratica la classe dirigente del ’95 è quella che ha fatto gli accordi sul petrolio e sull’acqua e che poi quantomeno non ha vigilato sulle clausole sociali ed ambientali, la classe del ’95 è quella che ha aumentato il ruolo del pubblico all’interno di un economia che era in crescita, tramite la moltiplicazione degli enti strumentali, la stessa classe dirigente non è stata in grado di produrre un piano rifiuti o dell’energia che sia servito a qualcosa.

Probabilmente la mancata approvazione del nuovo statuto regionale rappresenta l’esempio più evidente dell’incapacità di autoriformarsi e di generare visioni durante il periodo richiamato, rispetto ad un ente regione che ha accaparrato competenze e funzioni abdicando al ruolo programmatorio che le spettava, concentrandosi sempre di piu nella gestione pervasiva e distorsiva dei processi economici.

Da ultimo la mancata approvazione dello Statuto non ci ha permesso di dare il giusto protagonismo al consiglio regionale ed alle autonomie locali, che ad oggi non hanno un luogo di confronto istituzionale fra di essi e rispetto ad una giunta totipotente.

Sul punto probabilmente la sindrome del “toto assessore” che da sempre colpisce consiglieri e segretari di partito, ha impedito di limitare il ruolo di giunta e presidente, contribuendo sempre di piu alla creazione di un presidente “assoluto”, cioè sciolto da qualsiasi legame politico e partitico, circostanza che da sola ha contribuito a svuotare di potere e rappresentatività il richiamato tavolo di centrosinistra , riducendolo alla caricatura attuale.

Ebbene chi scrive ritiene che a partire da tali considerazioni vada inquadrata la vittoria del candidato DeRuggieri, in primis come volontà dei cittadini di superare la classe dirigente che l’ha amministrata anche a costo di fare un doppio salto all’indietro.

La seconda considerazione è invece di natura piu economicistica, per cui paradossalmente proprio la vitalità economica rinata in prospettiva 2019, ha permesso a giudicare dai dati economici su turismo ed apertura di nuove aziende nel settore, di far emergere un nuovo ceto produttivo ,che rivolgendosi ad una domanda extraterritoriale, risulta evidentemente meno dipendente dalla spesa pubblica locale, esprimendo un voto piu libero da condizionamenti.

In conclusione il risultato di Matera impone di riflettere rispetto a cosa si è prodotto negli ultimi 20 anni, ma soprattutto ci impone di agire di conseguenza, tagliando rami secchi e conflitti d’interesse fra pubblico e privato.

Un esempio su tutti è quello dei rifiuti, sul punto il Sindaco De Ruggieri ha una grande occasione per agire in discontinuità e cioè costituuirsi parte civile in nome dei cittadini materani all’udienza del processo monnezzopoli che si terrà il 19 giugno, ritengo sarebbe un piccolo segno di un grande cambiamento.

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