Le elezioni politiche e i problemi di Atene, Sparta e Siena.

sparta_atene_siena1. Come al solito votiamo Pd ma occorrerà prestare attenzione al futuro ciclo elettorale lucano 2014 – 2015 (che potrebbe coincidere con nuove elezioni politiche).

Ancora una volta voterò per il Partito democratico e, dunque, sceglierò il centrosinistra anche alle ormai prossime elezioni. In effetti, la politica italiana ed europea necessitano di una sana ventata progressista e non possiamo, quindi, farci dominare nelle scelte nazionali dai (non pochi) mal di pancia locali. Ciò detto, non è più comunque tempo di fiducia incondizionata, acritica o, al limite, ideologica. Questo significa che la imminente, nuova tornata amministrativa del biennio 2014-2015 richiederà un nuovo e accattivante contratto del Pd con i lucani, pena la diaspora.
Tutti i dati ad oggi disponibili, congiunti alla logica politica, indicano che la prossima legislatura sarà breve, dalla durata di 2 o 3 anni. Bersani, Monti e Vendola saranno spinti dai numeri e dalla forza delle cose verso un accordo di governo che, data l’eterogeneità delle componenti, non potrà che occuparsi di una ragionevole manutenzione dei conti pubblici e del debito provando, al contempo, a spostare l’asse del risanamento verso una maggiore equità sociale. Le spinte centrifughe saranno, però, inevitabilmente dominanti e, quindi, non si devono nutrire strabilianti aspettative sugli esiti di questo nuovo esperimento di governo. Sarà importante, tuttavia, utilizzare l’arco temporale del prossimo biennio per porre mano a riforme costituzionali nell’interesse del paese, della stabilità e, mi viene da dire, della serietà.
La prima riforma riguarda il ripensamento del bicameralismo perfetto, con associata riduzione, o diciamo più precisamente dimezzamento, del numero complessivo dei parlamentari. A tal proposito, basti pensare che una regione con appena 570.000 residenti, la Basilicata, elegge una pletora di 13 parlamentari, ovvero uno ogni 44 mila abitanti. Un’assurdità e uno spreco di risorse ormai conclamato. In questo contesto è inevitabile anche un ripensamento intelligente nella distribuzione delle competenze tra Stato e autonomie locali. La seconda riforma costituzionale dovrà riguardare l’annosa, stucchevole, nonché riprovevole, telenovela della cancellazione delle province, procedendo per via costituzionale alla soppressione totale di questi enti, certamente non inutili, ma altrettanto sicuramente eliminabili. Speriamo solo di non rivivere l’incubo della cancellazione parziale, scelta già rivelatasi più volte perdente e foriera di populismi e nazionalismi locali. Il terzo e cruciale elemento del pacchetto di riforme riguarda la legge elettorale e la forma di governo. È infatti chiaro che tornare a votare per la quarta volta consecutiva col Porcellum, sistema da tutti ufficialmente vituperato ma, di fatto, da non pochi prediletto, rappresenterebbe il fallimento definitivo del sistema politico italiano.

2. Tornando alla Basilicata ed ai problemi di Atene e Sparta.

Il Partito democratico lucano, come è noto, non dà grandi soddisfazioni ai cittadini, essendo alquanto continuista e piuttosto arroccato nella difesa delle casematte del (suo) potere. Le primarie per la selezione dei parlamentari sono state l’ennesima prova di forza della nomenklatura e la sostituzione di 2 parlamentari su 5 è avvenuta solo sulla spinta di denunce di irregolarità nel voto (che hanno eliminato Chiurazzi) e in conseguenza di una auto-rinuncia di Luongo, probabilmente volta ad evitare la cassazione da parte del comitato nazionale dei Garanti, essendo il deputato rinviato a giudizio per corruzione.
Certo che se i problemi di Atene non sono piccoli, quelli di Sparta, cioè dell’opposizione, sono forse ancora più grandi. Il Pdl lucano è infatti imploso, salverà se tutto va bene una sparuta pattuglia di parlamentari, i soliti noti Viceconte e Latronico, ed è difficile ipotizzarlo quale perno di una futura alternativa di governo in Basilicata. Alcuni osservatori, e non pochi elettori, nutrono grande fiducia nel duo Rosa-Venezia, ex AN, usciti dal Pdl in dura polemica con la dirigenza filo-Berlusconiana. Ora, devo dire che Gianni e Mario sono due seri ed appassionati esponenti della opposizione. Penso che la loro formazione politica li spinga a strillare con qualche eccesso e, in verità, forse sarebbe pure esagerato sostenere che abbiano una visione moderna dei problemi dell’economia e della società. Ma il problema fondamentale della loro recente strategia politica è che, secondo me, non viene superato il test di logica. Argomento la mia tesi: i due consiglieri regionali hanno aderito alla formazione politica nota come “Fratelli d’Italia”, di La Russa e Meloni, che a dire il vero sembra il centesimo partitino della scena politica italiana (veleggia a fatica verso il 2 percento); questo nuovo partito è un ferreo alleato del Pdl e, dunque, Rosa e Venezia (con il primo candidato in posizione non eleggibile nella circoscrizione di Basilicata) stanno facendo nei fatti, anche se presumo non con particolare gusto, campagna elettorale per la rielezione di Viceconte e Latronico. Nel frattempo, un giorno sì e l’altro pure, pubblicano comunicati di fuoco contro i due futuri, nonché antichi, parlamentari del centrodestra. Insomma, a me pare che una discreta confusione ed una grande debolezza regnino nel centrodestra lucano.
Va comunque sottolineato che molto altro si muove in questa regione, in particolare con il movimento 5 Stelle in ascesa e con l’avvento di Rivoluzione Civile. Personalmente, non affiderei le chiavi dell’alternativa al primo movimento che, senza l’apporto di Grillo, almeno per il momento, è quasi zero. Invece, occorrerà monitorare con attenzione il movimento promosso da Ingroia, anche se i primi esiti locali, e mi riferisco alla formazione delle liste, non sono stati certo entusiasmanti.
Mi riservo invece di studiare con più attenzione la novità Cannizzaro, capolista dei Popolari Uniti al Senato. Alcuni ritengono che intorno a Cannizzaro possa raccogliersi in futuro un forte esercito di opposizione, soprattutto in vista del ciclo elettorale 2014 – 2015 che, lo ricordiamo, coinvolgerà entrambi i capoluoghi di provincia ed il rinnovo del Consiglio regionale. Per il momento, mi limito ad osservare che il concetto di “profondo cambiamento” associato ai Popolari Uniti suscita qualche fremito. E, aggiungo, che perfino la credibilità non è merce che abbondi in quei luoghi. Infatti, narrano le cronache che questo partito, esistente unicamente nella Repubblica di Basilicata, aveva sostenuto con grande enfasi la candidatura di Bersani alle recenti primarie del centrosinistra. Due mesi dopo ha deciso, a sorpresa, di presentarsi in solitudine alle elezioni. Cosa è andato storto? Magari la improvvisa scoperta di visioni alternative rispetto al centrosinistra, piuttosto che un profondo desiderio di rinnovamento. Oppure, più prosaicamente, qualche trattativa sulla distribuzione di risorse e di poltrone finita male? Vedremo il prosieguo. Nel frattempo, attendiamo fiduciosi che i Popolari Uniti annuncino: (a) il loro passaggio all’opposizione alla Regione Basilicata; (b) l’abbandono immediato della giunta Santarsiero, in quel di Potenza. Ma, sospetto, concluderemo che anche i Popolari Uniti sono partito di lotta e di governo.

3. Il “Modello Senese” manda una cartolina al “Modello Lucano”?

Devo dire che, almeno inizialmente, ho guardato all’affare Monte dei Paschi di Siena come ad un altro capitolo della finanza spregiudicata che, priva di adeguati controlli, produce poi seri danni per l’economia reale. Tuttavia, sabato scorso la mia attenzione è stata attirata da un’intervista di Luigi Berlinguer (lo stesso Berlinguer del Comitato Nazionale dei Garanti che ha un po’ ripulito le liste del Pd) rilasciata a Repubblica, dai contenuti tanto duri quanto interessanti. Ne riporto per comodità alcuni passi significativi: “….È successo che una parte del Pd ha pensato di avere un rapporto diretto con MPS attraverso le istituzioni locali, da sempre conquistate dal centrosinistra……Un conto è interessarsi delle strategie economiche un conto è intromettersi nell’attività ordinaria di una banca, nell’assetto dei suoi organi, nelle nomine……La linea nazionale contraria alla commistione, all’autoreferenzialità è risultata sempre perdente. …..La storia deve finire, perseverare è diabolico. La direzione del Pd è chiara, dalle primarie alle liste pulite. È importante che a Siena capiscano che si possono mantenere vantaggi dall’insediamento fisico del Montepaschi anche senza occupare la banca, consegnandosi ad un management scelto con nuove regole…..”
La riflessione parla del modello Siena, della vicenda Montepaschi e del legame perverso tra la gestione politica locale e le scelte della Fondazione, azionista di riferimento della banca. Tuttavia, se io vado a rileggere alcuni miei modesti articoli recenti (e quelli, anche molto migliori, di altri critici) sui limiti del modello di gestione pubblica in Basilicata, si colgono senza dubbio notevoli assonanze con i concetti espressi da Berlinguer. In particolare, per quanto riguarda l’invadenza della politica su enti e società pubbliche, sul problema della “commistione” e, infine, in relazione alla mania di nominare fedelissimi di corrente e politici riciclati in posizioni di responsabilità che richiederebbero, invece, competenze di natura più tecnica.
Rimanendo su di un piano alquanto autoreferenziale, sabato 26 gennaio ho scritto sul Quotidiano di Basilicata che è triste questo rinnovamento del Pd lucano indotto da fattori esogeni di natura semi-giudiziaria (citavo il ricorso anti-Chiurazzi e l’esclusione-autorinuncia di Antonio Luongo a cura del Comitato Garanti del Pd). Ora, la vicenda Senese dovrebbe costituire, a saperla leggere ed a saperla adattare al contesto lucano, un campanello d’allarme per il sistema di governo (o di potere) edificato in Basilicata. Il modello ha alcuni indubbi meriti, riconosciuti anche all’esterno e qualche tempo fa certificati addirittura da uno studio semi-indipendente (a cura di un gruppo di ricerca della London School of Economics), ma soffre della malattia degenerativa chiamata “usura da troppo lungo esercizio del potere e da occupazione militare delle postazioni di comando in enti e società pubbliche”. Dunque, questa è la mia conclusione, o si cambia velocemente in autonomia o, più prima che poi, si muore per i fattori esogeni di cui sopra.

10 Comments

  1. gioschi says:

    caro antonio, hai provato a contare le volte nelle quali, ob torto collo, hai dovuto scegliere di votare pd? e quante volte hai auspicato una nuova visione, un nuovo corso, una ventata di questa o quella novità? e ti sei mai chiesto che, forse, la soluzione non sta nè a sparta nè ad atene? sarebbe utile per noi, da parte tua, entrare nel merito, con le analisi che tu sai fare, di quelle che sono le amministrazioni dove il movimento 5 stelle (vicino allo zero senza grillo) è riuscito (grazie a elettori temerari e privi di senno) ad avere responsabilità di governo (emilia romagna e sicilia come regioni, ad esempio, e parma come città)…è chiaro che la rinuncia alla fetta più grande di indennità e rimborsi elettorali non può essere un definitivo indicatore ma, come hos entito dire qualche giorno fa su un palco lucano, “se alla politica togli i soldi e il potere, resta solo la passione”…non cred anche tu che questo, alla fine, sia proprio il vero PROBLEMA? cosa rimarrebbe del pd lucano se i vari bubbico, folino, antezza, luongo, pittella, chiurazzi, santochirico, adduce, margiotta, viti, ecc. ecc. dovessero andare a casa “per scelta del partito” (leggasi limite di mandati)? e, mi chiedo e ti chiedo, perchè di fronte ad un partito che lottizza qualunque cosa (o ritieni che sia un caso “l’assunzione” continua di giornalisti in postazioni più o meno strategiche) tu ritieni che “ci possa essere un futuro ed un ripensamento”? personalmente ritengo che, non appena chiusa la campagna elettorale per le politiche, inizierà lo stillicidio che ci porterà alla ridiscussione delle due postazioni ancora in bilico: comune di matera e regione….non ritengo “casuale” il silenzio di santochirico (avrà strappato già una opzione per la candidatura a sindaco?) come pure ritengo che materani e potentini stiano già affiilando le armi per la prossima guida della giunta regionale…aldilà dei campanilismi, sarà concepibile che, dopo aver detto no a bubbico in nome dell’alternanza, ci si appresti ad un terzo mandato potentino (de filippo ter, pittella senior, luongo)? la mia impressione è che con le candidature parlamentari si sia provato a stoppare qualcuno che cominciava ad agitarsi: se le cose vanno come qualcuno spera, tutti i maggiorenti avranno qualcosa con cui gingillarsi, antezza inclusa…resta da accontentare santochirico (ma il dopo adduce lascia spazi enormi) ed il gioco è fatto, con i materani (intesi come membri di partito) che sono tutti felici e contenti! purtroppo hanno sottovalutato o ignorato le variabili “vicine allo zero” come quelle del movimento 5 stelle….io mi auguro 8anzi ci auguriamo) che le urne siano sensibili al richiamo del nuovo (che, permettimi, non è ingroia, ed il tempo mi darà ragione) e che, alla fine, m5s sconvolga tutti i piani di sparta e atene, per provare a lanciare un messaggio di rinnovamento anche in questa regione, storicamente legata al csdx (ormai il partito è trasversale!)…ps a proposito di scelte, cosa ne pensi della scelta del “tuo” partito di mettere a tacere lo scandalo della moltiplicazione dei voti avvenuto a nova siri? ritieni sia un segnale di credibilità e rinnovamento? e la scelta ipocrita di fingere le primarie per poi candidare due capolista proiettati dall’alto, di cui uno assolutamente avulso dal territorio regionale? credi che, qeust’ultimo, sia un bel segnale di attenzione alla basiilicata? un abbraccio.

  2. AntonioR. says:

    Caro Gianni,
    non è che io abbia poi votato così tante volte il Pd (o i suoi precedessori) controvoglia! Aggiungo che la esigenza di una “ventata progressista” la riferisco in particolare alle esigenze del governo nazionale e sovranazionale. Ma, pensandoci, la cosa non farebbe male neppure in Basilicata. Non sempre mi riconosco nelle posizioni del partito nazionale e, ancor più spesso, mi capita di criticare il favoloso Pd di Lucania. Dovrei abbandonarlo? E’ possibile che ciò accada ma non consegue in modo logico dalle critiche e dalle insoddisfazioni. Nelle grandi aggregazioni è sempre fisiologica l’esistenza di un’area critica, o di posizioni differenziate. Così come è fisiologico che quel che ieri esprimeva una posizione politica, o culturale, di minoranza, domani diventi egemone. In ogni caso, mi sembra ugualmene chiaro, che in questi perigliosi tempi mai dire mai.

    Divertente la battuta di Petrocelli al post, ma è ben noto che il Senatore Vito ama i toni pulp. Quando dico che il movimento 5 Stelle è poca cosa senza Grillo, intendo due cose (e c’è pure il gioco di parole): la prima, ovvia, è che se Beppe si prende l’influenza il movimento scompare; la seconda, meno ovvia, è che, al momento, la qualità complessiva dei gruppi messa in campo dai 5 Stelle è al di sotto di ogni sospetto. Per carità, Mirella, Vito e gli altri attivisti materani e lucani sono persone degne di stima e attenzione. Sarò addirittura contento se alcuni di loro mi saluteranno dal Parlamento, dalla Regione o dai Comuni. Così come è vero che in alcune realtà italiane sono emersi attivisti di un certo livello (alcuni già cacciati). Tuttavia, spero condividerete la semplice tesi che per governare un paese, o perfino una regione, ci vuole un bel salto di qualità. Nei dannati partiti, soprattutto nei partitoni, ci sono molti disgraziati e debosciati ma anche diverse persone con spessore politico non trascurabile. E questo è vero anche in Basilicata.

  3. AntonioR. says:

    Scusami Gianni, avevo dimenticato di rispondere alla tua osservazione sulla Fattorini inspiegabilmente catapultata in Basilicata: temo di deluderti, per me è una delle poche novità interessanti delle liste di Basilicata. Invece, concordo su Speranza: doveva correre alle primarie se intendeva candidarsi al parlamento.

  4. La “verità”… Gianni, è tutta nel reportage che ho girato nel corso della presentazione delle liste PD. L’ha pronunciata il sempre fine Vincenzo Viti (seguendo a ruota lo stesso Speranza).

    In soldoni: “Perchè vi lamentate della mancanza di rinnovamento se è la stessa base elettorale che vota sempre i soliti”?

    E’ accaduto con le primarie (con Renzi messo in un angolo dagli “opinion maker” innanzitutto) e accadrà anche adesso a livello nazionale.

    Per quanto mi riguarda la scelta tra le tre opzioni “Grillo, Giannino, Monti” (volendo anche Ingroia) poteva (e potrebbe) soddisfare i gusti di tutti coloro che da mattina a sera si lamentano dello stato di cose corrente.

    Ho “bacchettato” pure Leporace, che col suo “endorsement” a Bersani (e di riflesso ai Bersaniani di Basilicata) si è messo di traverso all’operazione di Renzi…

    Non ce la faremo mai. In Basilicata almeno.

  5. gioschi says:

    siamo messi peggio che nella sicilia del gattopardo…ma ci tocca anche questo, ognuno ha diritto a scelte che, nel bene e nel male, provocheranno eventi…certo che la perseveranza, a volte, è irritante!

  6. AntonioR. says:

    Invito entrambi ad una maggiore prudenza, nonchè ad una maggiore obiettività. Infatti, l’uno fu visto ai seggi per votare alle recenti primarie del Pd, mentre l’altro…l’altro…. va bene, in questo momento ho un vuoto di memoria e non ricordo.
    Che poi scusate, sempre rivolto ad entrambi, e sempre in linea con l’invito ad una prudenza nelle esternazioni troppo impegnative, io tenderei ad escludere che nel caso di una mia candidatura col PD ad una delle cariche in scadenza nel 2015, in Basilicata, voi possiate esimervi dal sostenermi!

  7. Colui che fu visto votare alle primarie lo fece coerentemente con quanto scritto anche sul blog, per favorire il “rinnovamento” che chi sosteneva Bersani non rappresentava di certo. (Rinnovamento=Renzi).

    Sempre nello stesso post dichiarai che, così come per il PD, auspicavo il rinnovamento anche per gli altri partiti, e quindi avrei votato (a titolo di esempio) anche per le primarie del PDL, se le avesse fatte.

    Inoltre, ho anche contribuito con la mia modesta e tremolante firma, alla presentazione delle liste del M5S.

    Magari non sarà prudente, ma un minimo di coerenza… ed anche logica, un minimo, occorre riconoscerla…

  8. AntonioR. says:

    Ah ho capito: è che io, ingenuamente, pensavo che nel votare alle primarie del centrosinistra fosse implicita, se non addirittura esplicita, l’adesione del votante alla coalizione. E infatti Renzi=Rinnovamento sta coerentemente facendo campagna per Bersani e per il centrosinistra.
    Comunque, diciamo pure che comprendo le ragioni di chi soffre nel votare, in Basilicata, Pd. E dunque fa poi altre scelte.

  9. gioschi says:

    “l’altro” è stato iscritto pd della prima ora, ossia quando il pd sembrava voler essere altra cosa… “l’altro” è anche stato iscritto idv (aderendovi insieme al proprio circolo “gino giugni”) e ne è fuggito in tempo…. credo che, alla fine, io mi possa considerare una persona facilmente illudibile nel breve periodo ma, contemporaneamente, difficilmente fregabile nel lungo! certo è che, alla fine, sostenere chi da anni amministra una delle peggiori regioni italiane per indicatori economici e migliori per risorse disponibili, è da folli, da follemente innamorati, da interessati o da ciechi…. se mai tu dovessi candidarti, caro antonio, pur avendo fiducia nelle tue capacità personali ho la sensazione che saresti immancabilmente fagocitato dal partito-regione che, una tantum, proverebbe a rifarsi una verginità (mission impossible) oppur ea usare alcune foglie di fico per darla a bere ai miseri mortali… crederò in un nuovo corso quando il nuovo corso ci sarà, ma tanto ci penseranno i cittadini del movimento 5 stelle a sconvolgere il sistema….hai notato che non si parla più di antipolitica? hai notato che le proposte del movimento zerovirgola adesso fanno parte del programma di diversi schieramenti? ci voleva tanto a risvegliare gli zombie? oppure è solo opportunismo? purtroppo per tutti la pattuglia dei parlamentari del movimento 5 stelle sarà bella nutrita ed il nostro parlamento diventerà trasparente come non è mai stato!

  10. AntonioR. says:

    Gioschi, la mia nota sulla coerenza e sulla prudenza era (o voleva essere) leggera. Oggi se uno abbandona il Pd materan-lucano risulta difficile criticarlo (colui che abbandona).
    Però mi hai incuriosito con la tua riflessione su amori e illusioni, nel breve e nel lungo periodo: chissà, allora, per quanto tempo riuscirà a fregarti il Movimento 5 Stelle!